Il volume è dedicato allo studio di un periodo storico complesso e affascinante, quello dal tardo antico all'anno mille circa. Perché studiare questo periodo? Le ragioni sono numerose, ma ne ricorderemo due in particolare. Innanzitutto, sono secoli di enorme interesse per chi studia il cambiamento linguistico correlato tra la fine del latino e, da un lato, la nascita delle lingue romanze, dall’altro, e lo sviluppo delle lingue celtiche e germaniche nel territorio dove il latino era da secoli la lingua dominante. In secondo luogo, si tratta di un periodo tradizionalmente poco fortunato perché ritenuto “la fine di” un'epoca, piuttosto che una stagione storica ricca di relazioni, vera culla dell’Europa moderna. I saggi qui raccolti si articolano in tre sezioni, che riflettono i diversi approcci adottati da studiosi che coniugano le competenze filologiche con la specificità di altre discipline, quali la glottologia, la sociologia del linguaggio e l’epigrafia. La prima sezione (“Sguardi teorici”) raccoglie, accanto ad un contributo introduttivo ad opera delle curatrici, una riflessione di carattere terminologico condotta da Carmen Codoñer. La sezione successiva (“Un’area e le sue lingue”) accoglie invece tre contributi volti ad esplorare le dinamiche di contatto tra latino e lingue locali in alcune province occidentali dell’impero romano: la regione romana della Gallia (Michel Banniard), le isole britanniche (Pierluigi Cuzzolin), e la penisola iberica (Roger Wright). Nell’ultima sezione (“Plurilinguismo e testi”) si affrontano questioni di natura più squisitamente epigrafica, come il confronto di un campione di fonti documentali prodotte nei ducati bizantini di Gaeta, Napoli e Amalfi, con altre fonti, coeve, prodotte nei confinanti principati longobardi di Benevento, Salerno e Capua (Rosanna Sornicola), l'influenza esercitata dalla tradizione latina sulla pratica scrittoria in tedesco antico, influenza ravvisabile a livelli diversi, dalla glossatura dei testi, alla traduzione, sino all’accoglimento di numerosi prestiti e calchi semantici (Maria Vittoria Molinari), e da ultimo, l'influsso della tradizione scrittoria anglosassone o insulare sulla grafia dei manoscritti alto tedeschi (Mariagrazia Cammarota).
Plurilinguismo e diglossia nella tarda Antichità e nel Medio Evo
MOLINELLI, Piera;GUERINI, Federica
2013-01-01
Abstract
Il volume è dedicato allo studio di un periodo storico complesso e affascinante, quello dal tardo antico all'anno mille circa. Perché studiare questo periodo? Le ragioni sono numerose, ma ne ricorderemo due in particolare. Innanzitutto, sono secoli di enorme interesse per chi studia il cambiamento linguistico correlato tra la fine del latino e, da un lato, la nascita delle lingue romanze, dall’altro, e lo sviluppo delle lingue celtiche e germaniche nel territorio dove il latino era da secoli la lingua dominante. In secondo luogo, si tratta di un periodo tradizionalmente poco fortunato perché ritenuto “la fine di” un'epoca, piuttosto che una stagione storica ricca di relazioni, vera culla dell’Europa moderna. I saggi qui raccolti si articolano in tre sezioni, che riflettono i diversi approcci adottati da studiosi che coniugano le competenze filologiche con la specificità di altre discipline, quali la glottologia, la sociologia del linguaggio e l’epigrafia. La prima sezione (“Sguardi teorici”) raccoglie, accanto ad un contributo introduttivo ad opera delle curatrici, una riflessione di carattere terminologico condotta da Carmen Codoñer. La sezione successiva (“Un’area e le sue lingue”) accoglie invece tre contributi volti ad esplorare le dinamiche di contatto tra latino e lingue locali in alcune province occidentali dell’impero romano: la regione romana della Gallia (Michel Banniard), le isole britanniche (Pierluigi Cuzzolin), e la penisola iberica (Roger Wright). Nell’ultima sezione (“Plurilinguismo e testi”) si affrontano questioni di natura più squisitamente epigrafica, come il confronto di un campione di fonti documentali prodotte nei ducati bizantini di Gaeta, Napoli e Amalfi, con altre fonti, coeve, prodotte nei confinanti principati longobardi di Benevento, Salerno e Capua (Rosanna Sornicola), l'influenza esercitata dalla tradizione latina sulla pratica scrittoria in tedesco antico, influenza ravvisabile a livelli diversi, dalla glossatura dei testi, alla traduzione, sino all’accoglimento di numerosi prestiti e calchi semantici (Maria Vittoria Molinari), e da ultimo, l'influsso della tradizione scrittoria anglosassone o insulare sulla grafia dei manoscritti alto tedeschi (Mariagrazia Cammarota).Pubblicazioni consigliate
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