Benché l’acqua sia necessaria per la vita e sia l’elemento che maggiormente coinvolge la sfera dell’emotività più profonda, è in genere percepita dagli umani come elemento estraneo, potenzialmente pericoloso e negativo. Come afferma da Cunha (2019) in genere le persone sperimentano l’acqua dall’altro lato di un confine immaginario che la separa dalla terra. Ma l’acqua è un elemento effimero, transitorio, interstiziale e soprattutto è onnipresente. L’acqua è parte di complessi intrecci, del compenetrarsi a vicenda di figure, simboli, miti e narrazioni che si sono generati dalle relazioni degli umani. Un esempio di tali intrecci è rappresentato dalla laguna veneziana, storicamente e culturalmente caratterizzata da un tipo di vita acquatico e insulare inserito in un processo simbiotico uomo-acqua. Qui l’acqua diventa lo spazio privilegiato delle pratiche quotidiane della popolazione e di cui i capanni da pesca, casoni, sono un esempio caratterizzante. Diventati una componente del lagoon waterscape veneziano e oggetto di una recente ricerca di cui il paper intende presentare i risultati preliminari, i tipici capanni erano costruiti dagli stessi pescatori su palafitte sospese sull’acqua. Tale espressione delle pratiche umane di adattamento all’ambiente sarà analizzata nelle sue fasi evolutive secondo il concetto di hydroperspectivism (2019), un punto d’osservazione che i pescatori lagunari sembrano inconsciamente possedere grazie anche alla costruzione di mappe mentali tridimensionali.
(2023). Percezioni e processi di domesticazione degli spazi acquatici. Il caso studio dei casoni (capanni) dei pescatori della laguna di Venezia . Retrieved from https://hdl.handle.net/10446/301285
Percezioni e processi di domesticazione degli spazi acquatici. Il caso studio dei casoni (capanni) dei pescatori della laguna di Venezia
Vianello, Rita
2023-01-01
Abstract
Benché l’acqua sia necessaria per la vita e sia l’elemento che maggiormente coinvolge la sfera dell’emotività più profonda, è in genere percepita dagli umani come elemento estraneo, potenzialmente pericoloso e negativo. Come afferma da Cunha (2019) in genere le persone sperimentano l’acqua dall’altro lato di un confine immaginario che la separa dalla terra. Ma l’acqua è un elemento effimero, transitorio, interstiziale e soprattutto è onnipresente. L’acqua è parte di complessi intrecci, del compenetrarsi a vicenda di figure, simboli, miti e narrazioni che si sono generati dalle relazioni degli umani. Un esempio di tali intrecci è rappresentato dalla laguna veneziana, storicamente e culturalmente caratterizzata da un tipo di vita acquatico e insulare inserito in un processo simbiotico uomo-acqua. Qui l’acqua diventa lo spazio privilegiato delle pratiche quotidiane della popolazione e di cui i capanni da pesca, casoni, sono un esempio caratterizzante. Diventati una componente del lagoon waterscape veneziano e oggetto di una recente ricerca di cui il paper intende presentare i risultati preliminari, i tipici capanni erano costruiti dagli stessi pescatori su palafitte sospese sull’acqua. Tale espressione delle pratiche umane di adattamento all’ambiente sarà analizzata nelle sue fasi evolutive secondo il concetto di hydroperspectivism (2019), un punto d’osservazione che i pescatori lagunari sembrano inconsciamente possedere grazie anche alla costruzione di mappe mentali tridimensionali.File | Dimensione del file | Formato | |
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