Nell'arco secolare tra la metà del Quattrocento e la metà del Cinquecento, con una velocità di acquisizioni, proposte, scelte che non ha eguali, l'arte a Venezia si emancipa dall'ultima eredità bizantina, propone prima una lezione tutta «italiana» con Giovanni Bellini, poi si impone come pienamente «europea» con Tiziano Vecellio. «Nuova Bisanzio» e poi «Nuova Roma» Venezia assimila le versioni dei fiamminghi e dei nordici e restituisce una lezione coloristica con cui l'intera arte occidentale dovrà fare i conti.
Venezia, l'altro Rinascimento: 1450-1581
VILLA, Giovanni Carlo Federico
2014-01-01
Abstract
Nell'arco secolare tra la metà del Quattrocento e la metà del Cinquecento, con una velocità di acquisizioni, proposte, scelte che non ha eguali, l'arte a Venezia si emancipa dall'ultima eredità bizantina, propone prima una lezione tutta «italiana» con Giovanni Bellini, poi si impone come pienamente «europea» con Tiziano Vecellio. «Nuova Bisanzio» e poi «Nuova Roma» Venezia assimila le versioni dei fiamminghi e dei nordici e restituisce una lezione coloristica con cui l'intera arte occidentale dovrà fare i conti.File allegato/i alla scheda:
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