I documenti relativi all’apostolato rurale della Compagnia di Gesù tra XVII e XVIII secolo sono ricchi di suggestioni teatrali. Il che, a un primo sguardo, sollecita a considerare tale fenomeno storico come un’espressione singolarmente misconosciuta della tradizione drammatica di quell’epoca. Le operazioni necessarie per rinvenire in esso ciò che davvero è pertinente con la pratica attoriale e spettacolare sono invece molteplici, ed esigono che ci si sottragga alle seduzioni della identità apparente per riconquistare la profondità di una cultura, quella gesuitica, capace di creare forme celebri e celebrate di teatro e di occultarlo, all’opposto, dentro una prassi stratificata al punto da renderlo irriconoscibile, eppure necessario allo scopo e alla efficacia dell’azione missionaria condotta nelle campagne. La distanza storiografica e l’impiego di utensili metodologici adeguati, anche recenti e poco sperimentati, permettono svelare il fenomeno nell’orizzonte dei teatri di età moderna, individuando connessioni non solo con la pastorale spettacolare promossa dalla Chiesa cattolica e con l’esperienza retorico-teatrale contigua, ma pure con il grande movimento parallelo dei comici professionisti.
(1996). Teatrica missionaria : aspetti dell'apostolato popolare gesuitico nell'Italia centrale fra Sei e Settecento [book - libro]. Retrieved from http://hdl.handle.net/10446/50661
Teatrica missionaria : aspetti dell'apostolato popolare gesuitico nell'Italia centrale fra Sei e Settecento
MAJORANA, Bernadette
1996-01-01
Abstract
I documenti relativi all’apostolato rurale della Compagnia di Gesù tra XVII e XVIII secolo sono ricchi di suggestioni teatrali. Il che, a un primo sguardo, sollecita a considerare tale fenomeno storico come un’espressione singolarmente misconosciuta della tradizione drammatica di quell’epoca. Le operazioni necessarie per rinvenire in esso ciò che davvero è pertinente con la pratica attoriale e spettacolare sono invece molteplici, ed esigono che ci si sottragga alle seduzioni della identità apparente per riconquistare la profondità di una cultura, quella gesuitica, capace di creare forme celebri e celebrate di teatro e di occultarlo, all’opposto, dentro una prassi stratificata al punto da renderlo irriconoscibile, eppure necessario allo scopo e alla efficacia dell’azione missionaria condotta nelle campagne. La distanza storiografica e l’impiego di utensili metodologici adeguati, anche recenti e poco sperimentati, permettono svelare il fenomeno nell’orizzonte dei teatri di età moderna, individuando connessioni non solo con la pastorale spettacolare promossa dalla Chiesa cattolica e con l’esperienza retorico-teatrale contigua, ma pure con il grande movimento parallelo dei comici professionisti.File | Dimensione del file | Formato | |
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