Gli intermediari di microfinanza (IMF) nei Paesi in via di sviluppo, oltre che confrontarsi con i rischi tipici degli intermediari finanziari in genere e con quelli specifici legati al tipo di clientela servita, sono particolarmente esposti alle conseguenze che rischi naturali (anche catastrofici) o politici hanno su di loro direttamente o sulla loro clientela. Questo fatto, nonostante stia suscitando interesse crescente, soprattutto dopo lo Tsunami che ha colpito diversi paesi asiatici alla fine del 2004, ancora non è sufficientemente considerato da chi studia la microfinanza e dagli intermediari stessi e non tutti gli IMF sono in grado di affrontare in modo soddisfacente le conseguenze degli eventi in modo autonomo. Proprio per questo, è parso interessante arricchire il quadro con l’esame delle esperienze di alcuni paesi colpiti in modo differenziato da eventi dannosi naturali, catastrofici o da criticità di ordine politico che influiscono anche sull’operato degli IMF. Le domande cui si è cercato di rispondere sono le seguenti: è possibile per gli IMF mettere in atto strategie di sopravvivenza di successo che prescindano da interventi diretti esterni? In che misura queste strategie dipendono comunque da altre misure, non orientate agli IMF, nel territorio colpito dallo shock? Se finanziatori esterni vogliono favorire il processo di sopravvivenza e ricostruzione dell’intermediario, quali sono le modalità meno distorsive con cui questo può avvenire?
La gestione dei rischi di disastro negli intermediari di microfinanza
CASTELLANI, Davide;CHIODI, Simonetta;VIGANO', Laura
2015-01-01
Abstract
Gli intermediari di microfinanza (IMF) nei Paesi in via di sviluppo, oltre che confrontarsi con i rischi tipici degli intermediari finanziari in genere e con quelli specifici legati al tipo di clientela servita, sono particolarmente esposti alle conseguenze che rischi naturali (anche catastrofici) o politici hanno su di loro direttamente o sulla loro clientela. Questo fatto, nonostante stia suscitando interesse crescente, soprattutto dopo lo Tsunami che ha colpito diversi paesi asiatici alla fine del 2004, ancora non è sufficientemente considerato da chi studia la microfinanza e dagli intermediari stessi e non tutti gli IMF sono in grado di affrontare in modo soddisfacente le conseguenze degli eventi in modo autonomo. Proprio per questo, è parso interessante arricchire il quadro con l’esame delle esperienze di alcuni paesi colpiti in modo differenziato da eventi dannosi naturali, catastrofici o da criticità di ordine politico che influiscono anche sull’operato degli IMF. Le domande cui si è cercato di rispondere sono le seguenti: è possibile per gli IMF mettere in atto strategie di sopravvivenza di successo che prescindano da interventi diretti esterni? In che misura queste strategie dipendono comunque da altre misure, non orientate agli IMF, nel territorio colpito dallo shock? Se finanziatori esterni vogliono favorire il processo di sopravvivenza e ricostruzione dell’intermediario, quali sono le modalità meno distorsive con cui questo può avvenire?File | Dimensione del file | Formato | |
---|---|---|---|
1 Bergamo Uni Press testo del volume.pdf
Solo gestori di archivio
Versione:
publisher's version - versione editoriale
Licenza:
Licenza default Aisberg
Dimensione del file
966.53 kB
Formato
Adobe PDF
|
966.53 kB | Adobe PDF | Visualizza/Apri |
Pubblicazioni consigliate
Aisberg ©2008 Servizi bibliotecari, Università degli studi di Bergamo | Terms of use/Condizioni di utilizzo