Pochi temi sono terreno di silenzi e tabù come la violenza femminile. Che le donne possano essere attori della violenza e non solo vittime è sembrato a lungo un ossimoro: parte integrante dei sistemi permanenti e impliciti del pensiero, la rappresentazione del femminile è ancorata a un’immagine di dolcezza e di rifiuto del male che trova espressione nel classico cliché della donna-angelo o nell’icona della madre. A questa ritrosia si aggiunge il timore che trattare della violenza agita o immaginata da madri, sorelle e figlie, possa far sviare l’attenzione dal drammatico problema della violenza subìta, dagli abusi domestici agli stupri di guerra. Eppure, storia e letteratura sono popolate di donne violente, capaci di opporsi al dominio maschile con il ricorso alla forza e persino di rivestire ruoli di rilievo nel contesto virile per eccellenza, quello della guerra. Non ovunque, nei contesti nazionali, queste (anti)icone di genere hanno trovato la stessa visibilità. Se si esamina il campo letterario in lingua inglese, e particolarmente quello statunitense, ci si imbatte tuttavia in scrittori e scrittrici che hanno tematizzato personaggi forti, bellezze letali, eroine sadiche e implacabili che non si esauriscono nello stereotipo misogino della femme fatale, ma diventano lo specchio letterario di istanze di emancipazione che portano le donne a confrontarsi progressivamente con lo spazio della violenza attiva e a raccontare (talvolta vivendoli in prima linea) i conflitti del loro tempo. In un viaggio che prende le mosse dalla straordinaria vicenda di Margaret Fuller, cronista dell’assedio di Roma del 1848, e giunge fino ai campi di battaglia della Grande guerra, narrati da una generazione di scrittrici messe in ombra (e spesso ridicolizzate) dai più celebri colleghi maschi (Hemingway per primo), questo volume attacca una visione naturalizzata del genere e rivela le sfumature e le ambiguità del rapporto tra i volti della violenza agita e le donne come agenti della storia.
Le implacabili. Violenze al femminile nella letteratura americana tra Otto e Novecento
DE BIASIO, Anna
2016-01-01
Abstract
Pochi temi sono terreno di silenzi e tabù come la violenza femminile. Che le donne possano essere attori della violenza e non solo vittime è sembrato a lungo un ossimoro: parte integrante dei sistemi permanenti e impliciti del pensiero, la rappresentazione del femminile è ancorata a un’immagine di dolcezza e di rifiuto del male che trova espressione nel classico cliché della donna-angelo o nell’icona della madre. A questa ritrosia si aggiunge il timore che trattare della violenza agita o immaginata da madri, sorelle e figlie, possa far sviare l’attenzione dal drammatico problema della violenza subìta, dagli abusi domestici agli stupri di guerra. Eppure, storia e letteratura sono popolate di donne violente, capaci di opporsi al dominio maschile con il ricorso alla forza e persino di rivestire ruoli di rilievo nel contesto virile per eccellenza, quello della guerra. Non ovunque, nei contesti nazionali, queste (anti)icone di genere hanno trovato la stessa visibilità. Se si esamina il campo letterario in lingua inglese, e particolarmente quello statunitense, ci si imbatte tuttavia in scrittori e scrittrici che hanno tematizzato personaggi forti, bellezze letali, eroine sadiche e implacabili che non si esauriscono nello stereotipo misogino della femme fatale, ma diventano lo specchio letterario di istanze di emancipazione che portano le donne a confrontarsi progressivamente con lo spazio della violenza attiva e a raccontare (talvolta vivendoli in prima linea) i conflitti del loro tempo. In un viaggio che prende le mosse dalla straordinaria vicenda di Margaret Fuller, cronista dell’assedio di Roma del 1848, e giunge fino ai campi di battaglia della Grande guerra, narrati da una generazione di scrittrici messe in ombra (e spesso ridicolizzate) dai più celebri colleghi maschi (Hemingway per primo), questo volume attacca una visione naturalizzata del genere e rivela le sfumature e le ambiguità del rapporto tra i volti della violenza agita e le donne come agenti della storia.File | Dimensione del file | Formato | |
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