Il contributo intende mettere a fuoco un aspetto poco esplorato del cinema di Harun Farocki, ovvero la sua idea dell'immagine filmica come luogo del magico. Attraverso un'analisi del ruolo delle mani nel gruppo di opere realizzate fra il 1995 e il 2000, il saggio cerca di dimostrare l'interesse di Farocki per un tipo di sperimentazione molto pratica e concreta con le immagini, che lascia accadere qualcosa nel processo di elaborazione delle stesse. Contro l'idea del cinema come macchina del controllo, Farocki sperimenta sul film come rito, influsso e contagio fra le immagini.
(2017). Vedere con le mani. Harun Farocki e il cinema come gesto. . Retrieved from http://hdl.handle.net/10446/112221
Vedere con le mani. Harun Farocki e il cinema come gesto.
GRESPI, Barbara
2017-01-01
Abstract
Il contributo intende mettere a fuoco un aspetto poco esplorato del cinema di Harun Farocki, ovvero la sua idea dell'immagine filmica come luogo del magico. Attraverso un'analisi del ruolo delle mani nel gruppo di opere realizzate fra il 1995 e il 2000, il saggio cerca di dimostrare l'interesse di Farocki per un tipo di sperimentazione molto pratica e concreta con le immagini, che lascia accadere qualcosa nel processo di elaborazione delle stesse. Contro l'idea del cinema come macchina del controllo, Farocki sperimenta sul film come rito, influsso e contagio fra le immagini.File | Dimensione del file | Formato | |
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