A renewed centrality of the concept of space in the debate within the territorial disciplines implies, for the study of the renewal of the categories of definition of the urban environment : what density consider (demographic, functional, flows of life...)? What meaning attributed to the edges in a context in which change rapidly geographies of urban and gradients of density? Particularly interesting to turn our gaze to the intermediate territory, that 'fabric irregular colloidal of rural landscapes and suburban' already heralded by Gottmann, and frequented by numerous researches aimed at restoring territorial figures recognizable and narrabili. And for anyone who deals with spatial planning to work on figures treatable in a drawing of territorial governance relevant and appropriate. A stimulating exercise consists in collecting challenges (Brenner, Schmid,…) and search within a negation of those edges hardly recognizable, reading the city as interweaving between the signs more or less deep in the armature cultural heritage of the territory and the composite entity that takes shape by spatial capital (soya, Warf, Arias, Marramao) held by its inhabitants.

Una rinnovata centralità del concetto di spazio nel dibattito entro le discipline territoriali implica, per lo studio dei fenomeni che lo attraversano, a molte scale, un rinnovamento delle categorie di definizione dell’urbano: quale densità considerare (demografica, di uso, dei flussi…)? Quale significato attribuire ai bordi in un contesto nel quale mutano rapidamente geografie dell’urbano e gradienti delle densità? Particolarmente interessante rivolgere lo sguardo al territorio intermedio, a quel ‘tessuto colloidale irregolare di paesaggi rurali e suburbani’ già presagito da Gottmann, e frequentato da numerose ricerche finalizzate a restituire figure territoriali riconoscibili, e narrabili. E, per chi si occupa di pianificazione spaziale, a lavorare su figure trattabili in un disegno di governance territoriale pertinente e adeguato. Esercizio stimolante, forse di qualche fertilità, è raccogliere sfide aperte (Brenner, Schmid,…) e lavorare entro una negazione di quei bordi difficilmente riconoscibili, leggendo la città come intreccio tra i segni più o meno profondi dell’armatura culturale del territorio e l’entità composita che prende forma dallo spatial capital (Soja, Warf, Arias, Marramao) detenuto dai suoi abitanti.

(2017). Ri-mappare l’urbano. Geografie in dissolvenza e spatial thinking [journal article - articolo]. In URBANISTICA INFORMAZIONI. Retrieved from http://hdl.handle.net/10446/115439

Ri-mappare l’urbano. Geografie in dissolvenza e spatial thinking

Adobati, Fulvio
2017-12-15

Abstract

A renewed centrality of the concept of space in the debate within the territorial disciplines implies, for the study of the renewal of the categories of definition of the urban environment : what density consider (demographic, functional, flows of life...)? What meaning attributed to the edges in a context in which change rapidly geographies of urban and gradients of density? Particularly interesting to turn our gaze to the intermediate territory, that 'fabric irregular colloidal of rural landscapes and suburban' already heralded by Gottmann, and frequented by numerous researches aimed at restoring territorial figures recognizable and narrabili. And for anyone who deals with spatial planning to work on figures treatable in a drawing of territorial governance relevant and appropriate. A stimulating exercise consists in collecting challenges (Brenner, Schmid,…) and search within a negation of those edges hardly recognizable, reading the city as interweaving between the signs more or less deep in the armature cultural heritage of the territory and the composite entity that takes shape by spatial capital (soya, Warf, Arias, Marramao) held by its inhabitants.
journal article - articolo
15-dic-2017
Una rinnovata centralità del concetto di spazio nel dibattito entro le discipline territoriali implica, per lo studio dei fenomeni che lo attraversano, a molte scale, un rinnovamento delle categorie di definizione dell’urbano: quale densità considerare (demografica, di uso, dei flussi…)? Quale significato attribuire ai bordi in un contesto nel quale mutano rapidamente geografie dell’urbano e gradienti delle densità? Particolarmente interessante rivolgere lo sguardo al territorio intermedio, a quel ‘tessuto colloidale irregolare di paesaggi rurali e suburbani’ già presagito da Gottmann, e frequentato da numerose ricerche finalizzate a restituire figure territoriali riconoscibili, e narrabili. E, per chi si occupa di pianificazione spaziale, a lavorare su figure trattabili in un disegno di governance territoriale pertinente e adeguato. Esercizio stimolante, forse di qualche fertilità, è raccogliere sfide aperte (Brenner, Schmid,…) e lavorare entro una negazione di quei bordi difficilmente riconoscibili, leggendo la città come intreccio tra i segni più o meno profondi dell’armatura culturale del territorio e l’entità composita che prende forma dallo spatial capital (Soja, Warf, Arias, Marramao) detenuto dai suoi abitanti.
Adobati, Fulvio
(2017). Ri-mappare l’urbano. Geografie in dissolvenza e spatial thinking [journal article - articolo]. In URBANISTICA INFORMAZIONI. Retrieved from http://hdl.handle.net/10446/115439
File allegato/i alla scheda:
File Dimensione del file Formato  
Urbanistica Informazioni 272si_Adobati.pdf

Solo gestori di archivio

Versione: publisher's version - versione editoriale
Licenza: Licenza default Aisberg
Dimensione del file 203.52 kB
Formato Adobe PDF
203.52 kB Adobe PDF   Visualizza/Apri
Pubblicazioni consigliate

Aisberg ©2008 Servizi bibliotecari, Università degli studi di Bergamo | Terms of use/Condizioni di utilizzo

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10446/115439
Citazioni
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact