Che la scrittura sia sempre stata per Gianni Celati un gesto naturale della vita di ogni giorno è cosa evidente se si sfogliano i quaderni e i taccuini conservati da qualche anno a questa parte, grazie a una donazione generosa, nel fondo manoscritti della biblioteca «Panizzi» di Reggio Emilia: compaiono appunti d’osservazione presi in viaggio, riflessioni sul senso dello scrivere, glosse sugli autori più amati, ritratti di personaggi incontrati per strada, annotazioni ‘di servizio’ per ricordare titoli di libri da leggere o rileggere, semplici promemoria, avvii di narrazioni o racconti compiuti, idee, spunti teorici, testi di conferenze, liste di racconti abbozzati o solo immaginati. A questa attività costante si affianca la scrittura epistolare, di cui esistono fra le carte del Fondo alcune raccolte recentemente donate alla biblioteca da amici e familiari. Di tutto questo possiamo farci un’idea leggendo le lettere che Celati ha scritto a Daniele Benati a partire dai primi anni Ottanta, di cui si pubblica qui una piccola scelta.
(2017). Come una cosa che si canta. Dieci lettere di Gianni Celati a Daniele Benati [journal article - articolo]. In GRISELDAONLINE. Retrieved from http://hdl.handle.net/10446/117406
Come una cosa che si canta. Dieci lettere di Gianni Celati a Daniele Benati
Palmieri, Nunzia
2017-07-14
Abstract
Che la scrittura sia sempre stata per Gianni Celati un gesto naturale della vita di ogni giorno è cosa evidente se si sfogliano i quaderni e i taccuini conservati da qualche anno a questa parte, grazie a una donazione generosa, nel fondo manoscritti della biblioteca «Panizzi» di Reggio Emilia: compaiono appunti d’osservazione presi in viaggio, riflessioni sul senso dello scrivere, glosse sugli autori più amati, ritratti di personaggi incontrati per strada, annotazioni ‘di servizio’ per ricordare titoli di libri da leggere o rileggere, semplici promemoria, avvii di narrazioni o racconti compiuti, idee, spunti teorici, testi di conferenze, liste di racconti abbozzati o solo immaginati. A questa attività costante si affianca la scrittura epistolare, di cui esistono fra le carte del Fondo alcune raccolte recentemente donate alla biblioteca da amici e familiari. Di tutto questo possiamo farci un’idea leggendo le lettere che Celati ha scritto a Daniele Benati a partire dai primi anni Ottanta, di cui si pubblica qui una piccola scelta.File | Dimensione del file | Formato | |
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