Il saggio indaga la gravidanza per altri dal punto di vista costituzionale alla ricerca di un principio coerente con la gravidanza come esperienza relazionale complessa; esamina l'esperienza della surrogazione in relazione al progetto riproduttivo, all'autodeterminazione della madre (solo) biologica, al progetto genitoriale (relazione tra madre biologica e genitori intenzionali) ed infine dal punto di vista del figlio / della figlia. Collocando riproduzione e filiazione nella cornice delle tecniche di PMA, discute la possibilità di un terzo modello della filiazione; in prospettiva de iure condendo, formula l'ipotesi di un principio regolatore della materia indicato come "principio del riconoscimento del nome della madre", che discute anche nella prospettiva de iure condito, quale emerge a valle delle esperienze di surrogazione all'estero, analizzando criticamente la giurisprudenza e sottolineando il rischio della scomparsa/irrilevanza della madre biologica. In conclusione, argomenta la possibilità di dare valore alla gravidanza e al parto senza dover ridimensionare il (né tanto meno rinunciare al) principio per cui è madre colei che partorisce.
(2017). Riconoscere responsabilità e valore femminile: il “principio del nome della madre” nella gravidanza per altri . Retrieved from http://hdl.handle.net/10446/118966
Riconoscere responsabilità e valore femminile: il “principio del nome della madre” nella gravidanza per altri
Pezzini, Barbara
2017-01-01
Abstract
Il saggio indaga la gravidanza per altri dal punto di vista costituzionale alla ricerca di un principio coerente con la gravidanza come esperienza relazionale complessa; esamina l'esperienza della surrogazione in relazione al progetto riproduttivo, all'autodeterminazione della madre (solo) biologica, al progetto genitoriale (relazione tra madre biologica e genitori intenzionali) ed infine dal punto di vista del figlio / della figlia. Collocando riproduzione e filiazione nella cornice delle tecniche di PMA, discute la possibilità di un terzo modello della filiazione; in prospettiva de iure condendo, formula l'ipotesi di un principio regolatore della materia indicato come "principio del riconoscimento del nome della madre", che discute anche nella prospettiva de iure condito, quale emerge a valle delle esperienze di surrogazione all'estero, analizzando criticamente la giurisprudenza e sottolineando il rischio della scomparsa/irrilevanza della madre biologica. In conclusione, argomenta la possibilità di dare valore alla gravidanza e al parto senza dover ridimensionare il (né tanto meno rinunciare al) principio per cui è madre colei che partorisce.File | Dimensione del file | Formato | |
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