Questo studio ha come sfondo il rapporto tra greco e latino come lingue di comunicazione nelle comunità cristiane dei primi tre secoli, periodo in cui si assiste al progressivo consolidamento dei testi sacri e della liturgia. Contemporaneamente, nel II e III secolo sono le lettere di papi e vescovi sia a regolare la vita delle nuove comunità sia ad essere lette ai fedeli. Poiché i papi scrivono in greco fino alla metà del III secolo, le versioni che circolano in latino (e in altre lingue) sono interessanti testimoni di una lingua di traduzione che si muove tra la fedeltà al dettato dottrinale e l’obiettivo di essere capita da tutti. In questo lavoro l’indagine si appunta su un elemento linguistico che caratterizza le versioni latine di alcuni testi cristiani antichi in greco: intendo osservare una radice lessicale e i suoi derivati che possono essere considerati un caso speciale di rilessificazione nel processo di traduzione. Si tratta dell’uso di oboed-/obaud- con relativi derivati oboedio/obaudio; oboedientia/obaudientia e obauditio. Innanzitutto si metterà a fuoco la varianza delle forme nelle due lingue e la corrispondenza tra greco e latino. Quindi, attraverso documenti di secoli successivi redatti direttamente in latino, si verificheranno la persistenza e la consistenza delle forme varianti. Per i testi che costituiscono traduzioni dal greco al latino, si considerano la Prima lettera di Clemente e le versioni della Vetus Latina dei Vangeli. Per i testi successivi in latino, si esaminano Cipriano e Ambrogio ed infine la versione ufficiale dei Vangeli, la Vulgata.
(2018). Contesti plurilingui, trasformazioni sociali e mutamenti linguistici: obaudio / oboedio . Retrieved from http://hdl.handle.net/10446/130817
Contesti plurilingui, trasformazioni sociali e mutamenti linguistici: obaudio / oboedio
Molinelli, Piera
2018-01-01
Abstract
Questo studio ha come sfondo il rapporto tra greco e latino come lingue di comunicazione nelle comunità cristiane dei primi tre secoli, periodo in cui si assiste al progressivo consolidamento dei testi sacri e della liturgia. Contemporaneamente, nel II e III secolo sono le lettere di papi e vescovi sia a regolare la vita delle nuove comunità sia ad essere lette ai fedeli. Poiché i papi scrivono in greco fino alla metà del III secolo, le versioni che circolano in latino (e in altre lingue) sono interessanti testimoni di una lingua di traduzione che si muove tra la fedeltà al dettato dottrinale e l’obiettivo di essere capita da tutti. In questo lavoro l’indagine si appunta su un elemento linguistico che caratterizza le versioni latine di alcuni testi cristiani antichi in greco: intendo osservare una radice lessicale e i suoi derivati che possono essere considerati un caso speciale di rilessificazione nel processo di traduzione. Si tratta dell’uso di oboed-/obaud- con relativi derivati oboedio/obaudio; oboedientia/obaudientia e obauditio. Innanzitutto si metterà a fuoco la varianza delle forme nelle due lingue e la corrispondenza tra greco e latino. Quindi, attraverso documenti di secoli successivi redatti direttamente in latino, si verificheranno la persistenza e la consistenza delle forme varianti. Per i testi che costituiscono traduzioni dal greco al latino, si considerano la Prima lettera di Clemente e le versioni della Vetus Latina dei Vangeli. Per i testi successivi in latino, si esaminano Cipriano e Ambrogio ed infine la versione ufficiale dei Vangeli, la Vulgata.File | Dimensione del file | Formato | |
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