Il tema della Città Attiva si sta ponendo in luce come soluzione ecologica interdisciplinare a varie problematiche urbane emerse negli ultimi decenni, prospettando la necessità di una stretta collaborazione tra i settori dell’urbanistica, dei trasporti, dello sport, dell’ambiente, della sanità pubblica, delle politiche economiche, educative e sociali. Possiamo definire una città “attiva” quando potenzia le opportunità che consentono a tutti i cittadini di mantenersi fisicamente attivi nella vita quotidiana, agendo sulle infrastrutture e sul contesto sociale: la rete della mobilità urbana, i parchi, le aree ricreative, sportive, gli spazi informali, le loro connessioni, rappresentano ambiti che possono favorire o contrastare l’uso attivo del corpo nello spazio pubblico e, di conseguenza, ambiti strategici per il contrasto al declino urbano. In Italia, l’informale rete delle Città Attive raccoglie comuni, associazioni, università, enti privati e sta sviluppando contesti di ricerca interdisciplinare e applicativi specialmente interrogandosi su come un tale modello integrato urbano possa divenire strumento operativo a diverse scale in grado, tra gli altri, di migliorare le politiche di convergenza territoriale. In questa prospettiva, il tema della Città Attiva può essere esteso al concetto di Territorio Attivo, promuovendo sempre più interventi integrati e policentrici, capaci, da un lato di riqualificare i singoli insediamenti urbani regionali, dall’altro di costruire una vera e propria rete di mobilità attiva e integrata affinché diventino luoghi di vita e di lavoro più sostenibili, attrattivi, inclusivi.
(2017). Dalla città al territorio attivo: verso un modello italiano . Retrieved from http://hdl.handle.net/10446/133324
Dalla città al territorio attivo: verso un modello italiano
Borgogni, Antonio;
2017-01-01
Abstract
Il tema della Città Attiva si sta ponendo in luce come soluzione ecologica interdisciplinare a varie problematiche urbane emerse negli ultimi decenni, prospettando la necessità di una stretta collaborazione tra i settori dell’urbanistica, dei trasporti, dello sport, dell’ambiente, della sanità pubblica, delle politiche economiche, educative e sociali. Possiamo definire una città “attiva” quando potenzia le opportunità che consentono a tutti i cittadini di mantenersi fisicamente attivi nella vita quotidiana, agendo sulle infrastrutture e sul contesto sociale: la rete della mobilità urbana, i parchi, le aree ricreative, sportive, gli spazi informali, le loro connessioni, rappresentano ambiti che possono favorire o contrastare l’uso attivo del corpo nello spazio pubblico e, di conseguenza, ambiti strategici per il contrasto al declino urbano. In Italia, l’informale rete delle Città Attive raccoglie comuni, associazioni, università, enti privati e sta sviluppando contesti di ricerca interdisciplinare e applicativi specialmente interrogandosi su come un tale modello integrato urbano possa divenire strumento operativo a diverse scale in grado, tra gli altri, di migliorare le politiche di convergenza territoriale. In questa prospettiva, il tema della Città Attiva può essere esteso al concetto di Territorio Attivo, promuovendo sempre più interventi integrati e policentrici, capaci, da un lato di riqualificare i singoli insediamenti urbani regionali, dall’altro di costruire una vera e propria rete di mobilità attiva e integrata affinché diventino luoghi di vita e di lavoro più sostenibili, attrattivi, inclusivi.File | Dimensione del file | Formato | |
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