Prendendo spunto da un’osservazione dello storico Jay Winter sul linguaggio della guerra come “national speech act”, il saggio si sofferma sul problema della traduzione delle opere statunitensi sulla Prima guerra mondiale per riflettere sul modo in cui il codice espressivo della “gloria” cambia nel passaggio dal contesto statunitense a quello italiano. Ai fini della traduzione, risulta dirimente la frattura cognitiva che proprio alcune opere statunitensi sul Primo conflitto mondiale contribuirono a determinare, rendendo obsoleta l’immagine della guerra come esperienza di formazione e banco di prova del coraggio virile.
(2018). “I was always embarrassed by the words sacred, glorious, and sacrifice”. Tradurre la scrittura statunitense della Grande Guerra . Retrieved from http://hdl.handle.net/10446/135089
“I was always embarrassed by the words sacred, glorious, and sacrifice”. Tradurre la scrittura statunitense della Grande Guerra
De Biasio, Anna
2018-01-01
Abstract
Prendendo spunto da un’osservazione dello storico Jay Winter sul linguaggio della guerra come “national speech act”, il saggio si sofferma sul problema della traduzione delle opere statunitensi sulla Prima guerra mondiale per riflettere sul modo in cui il codice espressivo della “gloria” cambia nel passaggio dal contesto statunitense a quello italiano. Ai fini della traduzione, risulta dirimente la frattura cognitiva che proprio alcune opere statunitensi sul Primo conflitto mondiale contribuirono a determinare, rendendo obsoleta l’immagine della guerra come esperienza di formazione e banco di prova del coraggio virile.File | Dimensione del file | Formato | |
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