Il saggio analizza il contributo fornito da Giovanni Gentile alla definizione del problema scolastico del Novecento. Partendo dall' esigenza di pensare la riforma della scuola nel quadro della riforma dello stato unitario, Gentile opera sulla base dell'imponente eredità risorgimentale, dovendo fronteggiare due elementi in stridente contraddizione. Da un lato, l'esigenza universalistica di scolarizzazione comune degli italiani, dall' altra, le condizioni oggettive di un paese in cui i livelli materiali di esistenza della classi popolari nonché le loro mentalità, ancora fortemente intrise di elementi arcaici (prevalentemente negli strati rurali), le escludevano di fatto da ogni accesso ai livelli superiori della cultura. Dinanzi alle spinte contrapposte prodotte da questi due fattori, Gentile opera in direzione di una concezione della scuola come riforma religiosa a direzione laica delle classi popolari subalterne. Questa scelta, che era del tutto coerente con la tradizione pedagogica risorgimentale, colloca la scuola italiana su di una linea cruciale. La scuola si costituisce come un meccanismo che deve presiedere alla regolata fuoriuscita degli strati popolari subalterni dai quadri della loro vita tradizionale e al loro prudente trasferimento sul terreno di una cultura rinnovata. In questo senso, la scuola si colloca saldamente sul terreno della riforma dello Stato e dei modi in cui questo innerva le articolazioni più vaste del corpo sociale.
(2018). Educare gli Italiani. Giovanni Gentile e il problema scolastico del Novecento . Retrieved from http://hdl.handle.net/10446/135330
Educare gli Italiani. Giovanni Gentile e il problema scolastico del Novecento
Scotto di Luzio, Adolfo
2018-01-01
Abstract
Il saggio analizza il contributo fornito da Giovanni Gentile alla definizione del problema scolastico del Novecento. Partendo dall' esigenza di pensare la riforma della scuola nel quadro della riforma dello stato unitario, Gentile opera sulla base dell'imponente eredità risorgimentale, dovendo fronteggiare due elementi in stridente contraddizione. Da un lato, l'esigenza universalistica di scolarizzazione comune degli italiani, dall' altra, le condizioni oggettive di un paese in cui i livelli materiali di esistenza della classi popolari nonché le loro mentalità, ancora fortemente intrise di elementi arcaici (prevalentemente negli strati rurali), le escludevano di fatto da ogni accesso ai livelli superiori della cultura. Dinanzi alle spinte contrapposte prodotte da questi due fattori, Gentile opera in direzione di una concezione della scuola come riforma religiosa a direzione laica delle classi popolari subalterne. Questa scelta, che era del tutto coerente con la tradizione pedagogica risorgimentale, colloca la scuola italiana su di una linea cruciale. La scuola si costituisce come un meccanismo che deve presiedere alla regolata fuoriuscita degli strati popolari subalterni dai quadri della loro vita tradizionale e al loro prudente trasferimento sul terreno di una cultura rinnovata. In questo senso, la scuola si colloca saldamente sul terreno della riforma dello Stato e dei modi in cui questo innerva le articolazioni più vaste del corpo sociale.File | Dimensione del file | Formato | |
---|---|---|---|
Architetti Scotto di Luzio.pdf
Solo gestori di archivio
Versione:
publisher's version - versione editoriale
Licenza:
Licenza default Aisberg
Dimensione del file
122.05 kB
Formato
Adobe PDF
|
122.05 kB | Adobe PDF | Visualizza/Apri |
Pubblicazioni consigliate
Aisberg ©2008 Servizi bibliotecari, Università degli studi di Bergamo | Terms of use/Condizioni di utilizzo