A fronte dei continui stimoli dettati dall’evoluzione normativa, le pubbliche amministrazioni sono costantemente costrette a rivedere il proprio modo di operare e di agire. Il presente lavoro si focalizza su tale fenomeno in uno specifico territorio. In seguito alla profonda riforma del sistema socio-sanitario introdotta dalla Regione Lombardia, l’Agenzia di Tutela della Saluta (ATS) della provincia di Bergamo ha risposto mediante la creazione di una Comunità di pratica inter-aziendale (CdP) a cui partecipano anche le tre Aziende Socio Sanitarie Territoriali (ASST) del territorio. Attraverso le tecniche dell’osservazione partecipante e dell’analisi documentale, il presente lavoro analizza tale caso mettendo in luce i processi, le potenzialità e i limiti di tale scelta di governance del territorio. Dallo studio emerge l’importanza di centrare il focus del proprio operato sull’obiettivo generale della propria attività, in questo caso “il prendersi cura del cittadino”, questo può aprire a logiche cooperative e collaborative. Inoltre, sebbene sia innegabile che il vertice delle strutture socio-sanitarie ha un ruolo essenziale nel nutrire e diffondere una cultura condivisa, è emersa l’importanza di istituire comunità di pratica anche a livello più operativo, dove la ‘pratica’ prende effettivamente corpo.
(2018). Potenzialità e limiti delle comunità di pratica in sanità: un caso di studio . Retrieved from http://hdl.handle.net/10446/135446
Potenzialità e limiti delle comunità di pratica in sanità: un caso di studio
Cattaneo, Cristiana;Signori, Silvana;Acerbis, Elisabetta
2018-01-01
Abstract
A fronte dei continui stimoli dettati dall’evoluzione normativa, le pubbliche amministrazioni sono costantemente costrette a rivedere il proprio modo di operare e di agire. Il presente lavoro si focalizza su tale fenomeno in uno specifico territorio. In seguito alla profonda riforma del sistema socio-sanitario introdotta dalla Regione Lombardia, l’Agenzia di Tutela della Saluta (ATS) della provincia di Bergamo ha risposto mediante la creazione di una Comunità di pratica inter-aziendale (CdP) a cui partecipano anche le tre Aziende Socio Sanitarie Territoriali (ASST) del territorio. Attraverso le tecniche dell’osservazione partecipante e dell’analisi documentale, il presente lavoro analizza tale caso mettendo in luce i processi, le potenzialità e i limiti di tale scelta di governance del territorio. Dallo studio emerge l’importanza di centrare il focus del proprio operato sull’obiettivo generale della propria attività, in questo caso “il prendersi cura del cittadino”, questo può aprire a logiche cooperative e collaborative. Inoltre, sebbene sia innegabile che il vertice delle strutture socio-sanitarie ha un ruolo essenziale nel nutrire e diffondere una cultura condivisa, è emersa l’importanza di istituire comunità di pratica anche a livello più operativo, dove la ‘pratica’ prende effettivamente corpo.File | Dimensione del file | Formato | |
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