Introduzione Il Medico di Medicina Generale (MMG) è chiamato, più di altri professionisti della cura, a comprendere il paziente nella sua complessità, in accordo con il modello biopsicosociale. La recente legge di riforma del servizio sociosanitario lombardo (L. 23/2015) in parte esprime l’intenzione di valorizzare il MMG come esperto a cui rivolgere domande di salute fisica inscindibili da dimensioni psicosociali. Per valutare quanto questa possa tradursi in prassi migliorative dell’assistenza primaria, abbiamo rilevato le opinioni di un campione di MMG esperti ed in formazione rispetto ai bisogni nella relazione con il paziente ed alla collaborazione multiprofessionale, in particolare con lo psicologo. Metodo Sono stati condotti 6 focus group, quattro rivolti ai medici del corso triennale di formazione in Medicina Generale della Regione Lombardia (39 partecipanti, 15 M, 24 F, età 31.7±6) e due con MMG operanti a Milano e Bergamo (13 partecipanti, 8 M, 5 F, età: 59.6±4.6). I temi trattati hanno riguardato: ruolo del MMG, difficoltà di gestione della relazione e rapporto con la sofferenza dei pazienti, criticità/risorse della collaborazione multiprofessionale anche in relazione ai recenti cambiamenti normativi, esperienze pregresse/possibili di collaborazione con lo psicologo. È stato inoltre discusso un caso clinico. Le interviste sono state analizzate mediante il software T-LAB, mettendo a confronto cluster di termini impiegati dai gruppi di MMG esperti e di medici in formazione (MIF). Risultati I dati di maggior interesse riguardano il ruolo del MMG e le difficoltà incontrate nella pratica clinica. I MMG esperti hanno sottolineato il ruolo di prevenzione e promozione della salute (“sentinella”, “salute”), mentre i MIF hanno evidenziato l’importanza del rapporto di fiducia per una buona “gestione” delle problematiche del paziente (“educare”, “spiegare”). Le difficoltà citate dai MIF concernono infatti la diagnosi e la compliance del paziente. Diversamente, i MMG esperti hanno evidenziato le difficoltà legate al tempo nella relazione con l’assistito, che assume connotazioni contraddittorie (“dedicare”, “perdere”). Complessivamente si riscontra nei MMG esperti un approccio in prima persona (“noi”), rispetto ad una rappresentazione astratta del proprio ruolo nei MIF (“medico”). Nella discussione del caso emerge nei MIF una maggiore attenzione ad aspetti diagnostici/organici (“organico”, “diagnosi”, “problema”) rispetto all’inclusione di aspetti soggettivi/relazionali nei MMG esperti (“raccontare”, “psicologico”). Riguardo alla riforma sanitaria, l’atteggiamento principale è di criticità, mentre solo nella minoranza dei casi vengono colte le possibilità insite in questa fase di cambiamento. Conclusioni Si evince l’adozione di un approccio orientato più al modello biomedico nei MIF, rispetto ad una maggiore propensione dei MMG esperti verso dimensioni biopsicosociali delle problematiche degli assistiti. Questo dato suggerisce che la formazione, rispetto all’esperienza clinica, promuove solo in parte una visione biopsicosociale nell’assistenza primaria. Verranno discusse le implicazioni formative e cliniche, anche in riferimento alla riforma sanitaria.
(2016). Riforma sociosanitaria lombarda: sfide e possibilità per una reale apertura multi-professionale nell’assistenza primaria. Il punto di vista di medici esperti e specializzandi in Medicina Generale. [conference presentation (audio/video) - intervento a convegno (audio/video)]. Retrieved from http://hdl.handle.net/10446/135554
Riforma sociosanitaria lombarda: sfide e possibilità per una reale apertura multi-professionale nell’assistenza primaria. Il punto di vista di medici esperti e specializzandi in Medicina Generale.
Negri, Attà;Paladino, Anna;Zamin, Claudia;Carelli, Laura;
2016-01-01
Abstract
Introduzione Il Medico di Medicina Generale (MMG) è chiamato, più di altri professionisti della cura, a comprendere il paziente nella sua complessità, in accordo con il modello biopsicosociale. La recente legge di riforma del servizio sociosanitario lombardo (L. 23/2015) in parte esprime l’intenzione di valorizzare il MMG come esperto a cui rivolgere domande di salute fisica inscindibili da dimensioni psicosociali. Per valutare quanto questa possa tradursi in prassi migliorative dell’assistenza primaria, abbiamo rilevato le opinioni di un campione di MMG esperti ed in formazione rispetto ai bisogni nella relazione con il paziente ed alla collaborazione multiprofessionale, in particolare con lo psicologo. Metodo Sono stati condotti 6 focus group, quattro rivolti ai medici del corso triennale di formazione in Medicina Generale della Regione Lombardia (39 partecipanti, 15 M, 24 F, età 31.7±6) e due con MMG operanti a Milano e Bergamo (13 partecipanti, 8 M, 5 F, età: 59.6±4.6). I temi trattati hanno riguardato: ruolo del MMG, difficoltà di gestione della relazione e rapporto con la sofferenza dei pazienti, criticità/risorse della collaborazione multiprofessionale anche in relazione ai recenti cambiamenti normativi, esperienze pregresse/possibili di collaborazione con lo psicologo. È stato inoltre discusso un caso clinico. Le interviste sono state analizzate mediante il software T-LAB, mettendo a confronto cluster di termini impiegati dai gruppi di MMG esperti e di medici in formazione (MIF). Risultati I dati di maggior interesse riguardano il ruolo del MMG e le difficoltà incontrate nella pratica clinica. I MMG esperti hanno sottolineato il ruolo di prevenzione e promozione della salute (“sentinella”, “salute”), mentre i MIF hanno evidenziato l’importanza del rapporto di fiducia per una buona “gestione” delle problematiche del paziente (“educare”, “spiegare”). Le difficoltà citate dai MIF concernono infatti la diagnosi e la compliance del paziente. Diversamente, i MMG esperti hanno evidenziato le difficoltà legate al tempo nella relazione con l’assistito, che assume connotazioni contraddittorie (“dedicare”, “perdere”). Complessivamente si riscontra nei MMG esperti un approccio in prima persona (“noi”), rispetto ad una rappresentazione astratta del proprio ruolo nei MIF (“medico”). Nella discussione del caso emerge nei MIF una maggiore attenzione ad aspetti diagnostici/organici (“organico”, “diagnosi”, “problema”) rispetto all’inclusione di aspetti soggettivi/relazionali nei MMG esperti (“raccontare”, “psicologico”). Riguardo alla riforma sanitaria, l’atteggiamento principale è di criticità, mentre solo nella minoranza dei casi vengono colte le possibilità insite in questa fase di cambiamento. Conclusioni Si evince l’adozione di un approccio orientato più al modello biomedico nei MIF, rispetto ad una maggiore propensione dei MMG esperti verso dimensioni biopsicosociali delle problematiche degli assistiti. Questo dato suggerisce che la formazione, rispetto all’esperienza clinica, promuove solo in parte una visione biopsicosociale nell’assistenza primaria. Verranno discusse le implicazioni formative e cliniche, anche in riferimento alla riforma sanitaria.Pubblicazioni consigliate
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