L'articolo prende in esame le "Lezioni sulla traduzione " (2011, postume) di Franco Fortini mettendole in rapporto con i saggi precedenti dell'Autore come "Traduzione e rifacimento" e " "Cinque paragrafi sul tradurre" (1972), evidenziando la singolarità della posizione teorica di Fortini, a metà tra parafrasi critica e rifacimento. L'analisi specifica delle "Lezioni" approfondisce tale concezione teorica mostrandone i punti di analogia e differenza con il pensiero di Antoine Berman e soprattutto di Henri Meschonnic, ma anche, per quanto attiene alla riflessione sui "gruppi sociali", di Lucien Goldmann, utile a comprendere l'approccio anche storico-sociologico di Fortini al problema del tradurre. Ne risulta una visione che mostra la matrice prevalentemente metrico-prosodica della ritmica in Fortini, rispetto alla ritmica accentuale e non metrica di Meschonnic, che pur permane, per la sua attenzione agli aspetti formali dell'originale, ben distante dalla posizione "cibliste". Infine, viene mostrato, come possibile proficua espansione, la presenza della tematica traduttiva nella lirica personale di Franco Fortini, a riprova di un certo rapporto goldmanniano di "omologia" della propria scrittura con il testo originale da cui muove.
(2019). Le "Lezioni sulla traduzione" di Franco Fortini nel dibattito contemporaneo: tra "traduzione d'arte" e "traduzione di servizio" . Retrieved from http://hdl.handle.net/10446/142738
Le "Lezioni sulla traduzione" di Franco Fortini nel dibattito contemporaneo: tra "traduzione d'arte" e "traduzione di servizio"
Scotto, Fabio
2019-01-01
Abstract
L'articolo prende in esame le "Lezioni sulla traduzione " (2011, postume) di Franco Fortini mettendole in rapporto con i saggi precedenti dell'Autore come "Traduzione e rifacimento" e " "Cinque paragrafi sul tradurre" (1972), evidenziando la singolarità della posizione teorica di Fortini, a metà tra parafrasi critica e rifacimento. L'analisi specifica delle "Lezioni" approfondisce tale concezione teorica mostrandone i punti di analogia e differenza con il pensiero di Antoine Berman e soprattutto di Henri Meschonnic, ma anche, per quanto attiene alla riflessione sui "gruppi sociali", di Lucien Goldmann, utile a comprendere l'approccio anche storico-sociologico di Fortini al problema del tradurre. Ne risulta una visione che mostra la matrice prevalentemente metrico-prosodica della ritmica in Fortini, rispetto alla ritmica accentuale e non metrica di Meschonnic, che pur permane, per la sua attenzione agli aspetti formali dell'originale, ben distante dalla posizione "cibliste". Infine, viene mostrato, come possibile proficua espansione, la presenza della tematica traduttiva nella lirica personale di Franco Fortini, a riprova di un certo rapporto goldmanniano di "omologia" della propria scrittura con il testo originale da cui muove.File | Dimensione del file | Formato | |
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