La Persia ha da sempre rappresentato un’attrattiva per le potenze europee, sia dal punto di vista economico, sia quale alleato politico-militare strategico in funzione anti-ottomana, soprattutto durante la dinastia safavide (1501-1736). Il fatto che l’impero fosse attraversato da una delle diramazioni della Râh-e abrīšam – la via della Seta – lo rendeva meta di mercanti, in special modo italiani e francesi, alla ricerca di sete, tessuti e gioielli, che avrebbero poi costituito la base di un gusto “orientale” – non anco-ra “orientalista” – una moda, seppur temporanea, che affascinerà non solo le corti, ma anche parte del-la borghesia. Quale alleato strategico sarà invece meta di diplomatici e di avventurieri, i quali, in cam-bio di moderne armi, cercheranno di conquistarsi la fedeltà degli Šāh al potere nel tentativo di realizza-re gli interessi nazionali delle corone europee. Ma la Persia, forte del suo retaggio storico, eserciterà una forza di attrazione anche sul piano culturale. Il desiderio di mutua conoscenza, in un moto biuni-voco – Occidente vs Oriente e viceversa – che si realizzerà attraverso i viaggiatori/mercanti, ma anche grazie agli ordini religiosi mendicanti, inaugurerà una collaborazione duratura che si dipanerà nel corso dei secoli, sino a caratterizzare – sebbene nelle difficoltà di vicende a noi coeve – le relazioni tra l’Iran e l’Europa anche nella contemporaneità.
(2019). L'Europa alla (ri)scoperta della Persia: mercanti, avventurieri e religiosi alla corte dei Safavdi . Retrieved from http://hdl.handle.net/10446/143184
L'Europa alla (ri)scoperta della Persia: mercanti, avventurieri e religiosi alla corte dei Safavdi
Brunelli, Michele
2019-01-01
Abstract
La Persia ha da sempre rappresentato un’attrattiva per le potenze europee, sia dal punto di vista economico, sia quale alleato politico-militare strategico in funzione anti-ottomana, soprattutto durante la dinastia safavide (1501-1736). Il fatto che l’impero fosse attraversato da una delle diramazioni della Râh-e abrīšam – la via della Seta – lo rendeva meta di mercanti, in special modo italiani e francesi, alla ricerca di sete, tessuti e gioielli, che avrebbero poi costituito la base di un gusto “orientale” – non anco-ra “orientalista” – una moda, seppur temporanea, che affascinerà non solo le corti, ma anche parte del-la borghesia. Quale alleato strategico sarà invece meta di diplomatici e di avventurieri, i quali, in cam-bio di moderne armi, cercheranno di conquistarsi la fedeltà degli Šāh al potere nel tentativo di realizza-re gli interessi nazionali delle corone europee. Ma la Persia, forte del suo retaggio storico, eserciterà una forza di attrazione anche sul piano culturale. Il desiderio di mutua conoscenza, in un moto biuni-voco – Occidente vs Oriente e viceversa – che si realizzerà attraverso i viaggiatori/mercanti, ma anche grazie agli ordini religiosi mendicanti, inaugurerà una collaborazione duratura che si dipanerà nel corso dei secoli, sino a caratterizzare – sebbene nelle difficoltà di vicende a noi coeve – le relazioni tra l’Iran e l’Europa anche nella contemporaneità.File | Dimensione del file | Formato | |
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