La quarta opera dello scrittore svizzero Christian Kracht (nato nel 1966), cioé Imperium (2012) si è trovata al centro di una dura polemica scatenata dal giornalista Georg Dietz dalle pagine dello "Spiegel". Il pubblicista aveva etichettato l'autore come "amico del Male"; egli - a suo avviso - avrebbe celebrato a partire dal suo romanzo di esordio Faserland (1995) il "declino dell'Occidente". Si sarebbe infatti compiaciuto di far uso di toni nichilistici e di un esteticismo anti-moderno. Dietz ha considerato "Imperium" come una forma di soddisfatta anticipazione dei gloriosi scenari di potere del Reich tedesco nella seconda guerra mondiale. Dopo gli effetti prodotti da questa censura su un pubblico ancora ignaro dei contenuti dell'opera, anticipati nella sua materia un anno prima dalla pubblicazione di "Das Paradies des August Engelhardt" (2011) di Marc Buhl, - il quale aveva offerto al lettore il piacere della riscoperta della stravagante figura storica del fondatore della setta dei cocovoristi nudisti della Nuova Guinea, cioé August Engelhardt, - molti critici letterari (tra i quali Küveler, Lothar Schröder, Felicitas von Lovenberg und Erhard Schütz) hanno insistito sul tono ironico e fortemente critico dell'autore di fronte al rischio di un incipiente ritorno della barbarie tedesca. Una lettura comparata tra "Imperium" e l'opera che lo ha preceduto permette di confrontare le diverse strategie comunicative dei due romanzi in relazione al comune orizzonte degli eventi socio-politici. Inoltre consente di determinare il rapporto tra realtà e finzione, considerando anche la tecnica di Kracht, orientata a costruire una sorta di pastiche letterario con prestiti dalla letteratura canonica occidentale - pensando a Robinson Crusoe di Daniel Defoe per arrivare alla Montagna incantata di Thomas Mann. L'assunzione di un'organizzazione periscopica della narrazione consente a Kracht di correlare in uno stesso momento il passato e il futuro e di coinvolgere nella sua prospettiva alcuni aspetti sostanziali della memoria culturale tedesca.

(2019). Große Erwartungen und zerbrochene Träume. Deutschlands tropisches Kolonialland zwischen Utopie und Geschichte in Marc Buhls Das Paradies des August Engelhardt (2011) und Christian Krachts Imperium (2012). . Retrieved from http://hdl.handle.net/10446/144556

Große Erwartungen und zerbrochene Träume. Deutschlands tropisches Kolonialland zwischen Utopie und Geschichte in Marc Buhls Das Paradies des August Engelhardt (2011) und Christian Krachts Imperium (2012).

Agazzi, Elena
2019-01-01

Abstract

La quarta opera dello scrittore svizzero Christian Kracht (nato nel 1966), cioé Imperium (2012) si è trovata al centro di una dura polemica scatenata dal giornalista Georg Dietz dalle pagine dello "Spiegel". Il pubblicista aveva etichettato l'autore come "amico del Male"; egli - a suo avviso - avrebbe celebrato a partire dal suo romanzo di esordio Faserland (1995) il "declino dell'Occidente". Si sarebbe infatti compiaciuto di far uso di toni nichilistici e di un esteticismo anti-moderno. Dietz ha considerato "Imperium" come una forma di soddisfatta anticipazione dei gloriosi scenari di potere del Reich tedesco nella seconda guerra mondiale. Dopo gli effetti prodotti da questa censura su un pubblico ancora ignaro dei contenuti dell'opera, anticipati nella sua materia un anno prima dalla pubblicazione di "Das Paradies des August Engelhardt" (2011) di Marc Buhl, - il quale aveva offerto al lettore il piacere della riscoperta della stravagante figura storica del fondatore della setta dei cocovoristi nudisti della Nuova Guinea, cioé August Engelhardt, - molti critici letterari (tra i quali Küveler, Lothar Schröder, Felicitas von Lovenberg und Erhard Schütz) hanno insistito sul tono ironico e fortemente critico dell'autore di fronte al rischio di un incipiente ritorno della barbarie tedesca. Una lettura comparata tra "Imperium" e l'opera che lo ha preceduto permette di confrontare le diverse strategie comunicative dei due romanzi in relazione al comune orizzonte degli eventi socio-politici. Inoltre consente di determinare il rapporto tra realtà e finzione, considerando anche la tecnica di Kracht, orientata a costruire una sorta di pastiche letterario con prestiti dalla letteratura canonica occidentale - pensando a Robinson Crusoe di Daniel Defoe per arrivare alla Montagna incantata di Thomas Mann. L'assunzione di un'organizzazione periscopica della narrazione consente a Kracht di correlare in uno stesso momento il passato e il futuro e di coinvolgere nella sua prospettiva alcuni aspetti sostanziali della memoria culturale tedesca.
2019
Agazzi, Elena
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