In questo saggio racconto in primo luogo i miei sogni, unico veicolo, credo, per avere accesso ai sogni altrui. Il lavoro sui sogni mi è stato essenziale sul piano personale e terapeutico. Se non lo avessi svolto, la mia sistemica sarebbe arida e mentalistica, sarebbe una sistemica strategica, non batesoniana. Attraverso i sogni ho avuto accesso al corpo, come corpo teatrale, alle sue affezioni mentali e a pratiche terapeutiche differenti, quelle pratiche che, nell’approccio sistemico, sono indispensabili per la circolarità, l’ipotizzazione e la curiosità. D’altro canto, un corpo senza sogni è un corpo arido, neutrale, militare, privo di sentimenti e affetti; un corpo costruito in palestra. Per questo la letteratura, e in particolare la lettura di un opera onirica e impossibile come quella di James Joyce, oppure il teatro dell’oppresso, come quello di Antonin Artaud, mi sono serviti per prendere posizione sulla complessità della vita e degli eventi che la caratterizzano (Ceruti, 2018). Questo ho imparato dai miei maestri indiretti - Bateson, Foucault, Deleuze - diretti - Boscolo e Cecchin - dai miei analisti, i miei didatti, colleghi - donne e uomini - ma soprattutto da famiglie e persone che ho incontrato in questi trent'anni di lavoro clinico.
(2019). I sogni di un terapeuta sistemico spiegati con il sogno della psicoanalisi [journal article - articolo]. In PSICOBIETTIVO. Retrieved from http://hdl.handle.net/10446/147424
I sogni di un terapeuta sistemico spiegati con il sogno della psicoanalisi
Barbetta, Pietro
2019-01-01
Abstract
In questo saggio racconto in primo luogo i miei sogni, unico veicolo, credo, per avere accesso ai sogni altrui. Il lavoro sui sogni mi è stato essenziale sul piano personale e terapeutico. Se non lo avessi svolto, la mia sistemica sarebbe arida e mentalistica, sarebbe una sistemica strategica, non batesoniana. Attraverso i sogni ho avuto accesso al corpo, come corpo teatrale, alle sue affezioni mentali e a pratiche terapeutiche differenti, quelle pratiche che, nell’approccio sistemico, sono indispensabili per la circolarità, l’ipotizzazione e la curiosità. D’altro canto, un corpo senza sogni è un corpo arido, neutrale, militare, privo di sentimenti e affetti; un corpo costruito in palestra. Per questo la letteratura, e in particolare la lettura di un opera onirica e impossibile come quella di James Joyce, oppure il teatro dell’oppresso, come quello di Antonin Artaud, mi sono serviti per prendere posizione sulla complessità della vita e degli eventi che la caratterizzano (Ceruti, 2018). Questo ho imparato dai miei maestri indiretti - Bateson, Foucault, Deleuze - diretti - Boscolo e Cecchin - dai miei analisti, i miei didatti, colleghi - donne e uomini - ma soprattutto da famiglie e persone che ho incontrato in questi trent'anni di lavoro clinico.File | Dimensione del file | Formato | |
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