Il tema della tutela giurisdizionale e del suo rapporto con il giusto processo è denso di implicazioni e di vastissima portata ; tante invero sono le sfaccettature con cui esso può essere approcciato ed indagato: dal tema della durata, alla terzietà ed imparzialità del giudice, al rispetto del contraddittorio, cioè quei profili più direttamente collegati alla lettera dell’art. 111 Cost., sino all’interrogativo più generale se l’aver enfatizzato i principi del giusto processo civile nella Carta costituzionale abbia portato anche all’emersione di nuovi ed ulteriori principi generali, alla luce dei quali la normativa codicistica deve di necessità esser letta. In tal solco si colloca certamente anche il dibattito sorto circa la configurabilità di un concetto generale di abuso del processo, di cui si discorre sempre con maggiore frequenza man mano che aumentano le decisioni che fanno leva su tale nozione per giustificare determinate soluzioni, che vengono elaborate in ossequio al predetto principio . L’ambito in cui si discute di abuso del processo è ampio; esso, solitamente, è chiamato in causa ed indagato soprattutto con riferimento alla responsabilità per lite temeraria ed ex art. 96, co. 3, c.p.c. , o al frazionamento della domanda nel tentativo di rispondere al quesito volto capire fino a che punto il diritto di azione e, più in generale, il diritto di difesa delle parti può spingersi alla luce del precetto costituzionale del giusto processo civile. Vi è un terreno, tuttavia, che appare meno arato, ma non per questo meno foriero di alcune interessanti considerazioni e che riguarda l’interrogativo della linea di discrimine tra libertà difensiva, intesa come facoltà della parte di articolare e congegnare la propria linea difensiva come meglio ritiene, e determinazione di difese fra loro contraddittorie.

(2020). Condotta processuale contraddittoria: tra le sirene dell’abuso del processo ed il sicuro approdo del diritto positivo . Retrieved from http://hdl.handle.net/10446/149950

Condotta processuale contraddittoria: tra le sirene dell’abuso del processo ed il sicuro approdo del diritto positivo

Locatelli, Francesca
2020-01-01

Abstract

Il tema della tutela giurisdizionale e del suo rapporto con il giusto processo è denso di implicazioni e di vastissima portata ; tante invero sono le sfaccettature con cui esso può essere approcciato ed indagato: dal tema della durata, alla terzietà ed imparzialità del giudice, al rispetto del contraddittorio, cioè quei profili più direttamente collegati alla lettera dell’art. 111 Cost., sino all’interrogativo più generale se l’aver enfatizzato i principi del giusto processo civile nella Carta costituzionale abbia portato anche all’emersione di nuovi ed ulteriori principi generali, alla luce dei quali la normativa codicistica deve di necessità esser letta. In tal solco si colloca certamente anche il dibattito sorto circa la configurabilità di un concetto generale di abuso del processo, di cui si discorre sempre con maggiore frequenza man mano che aumentano le decisioni che fanno leva su tale nozione per giustificare determinate soluzioni, che vengono elaborate in ossequio al predetto principio . L’ambito in cui si discute di abuso del processo è ampio; esso, solitamente, è chiamato in causa ed indagato soprattutto con riferimento alla responsabilità per lite temeraria ed ex art. 96, co. 3, c.p.c. , o al frazionamento della domanda nel tentativo di rispondere al quesito volto capire fino a che punto il diritto di azione e, più in generale, il diritto di difesa delle parti può spingersi alla luce del precetto costituzionale del giusto processo civile. Vi è un terreno, tuttavia, che appare meno arato, ma non per questo meno foriero di alcune interessanti considerazioni e che riguarda l’interrogativo della linea di discrimine tra libertà difensiva, intesa come facoltà della parte di articolare e congegnare la propria linea difensiva come meglio ritiene, e determinazione di difese fra loro contraddittorie.
2020
Locatelli, Francesca
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