The participatory town planning can be considered as a community pedagogical dispositif rooted in the constitutional and soft law principles, enabling the transformation from immaterial to material of the public space as common good. The proximity to the competences of the town planning deliberative practitioner endorses the participation of the educationist in the planning group, especially when the public space is conceived as educational in the context of a social learning transformative theory. The dynamic masterplan of the area of the former Tempelhof airport in Berlin can be a useful example to understand the complexity of the overcoming of oppositive logics, both top-down and bottom-up. The planning, in fact, heads towards collaborative logics and partially planned, temporary uses of the public space open to bodily practices. Nonetheless, in a so advanced planning, permeated with declared pedagogical “inclinations”, the planning of the school spaces “without classrooms”, whose call revealed an unambiguous criticism to the “stagnant” pedagogical “discourse”, did not consider the presence of educationists neither in the examination board nor in the planning group. This leads to sustain the indispensable role of the educationist in the planning process and to the reflective and creative role of a participatory, community Pedagogy. A soft Pedagogy able to act within the pattern of uncertain results characteristic of the complex processes and in the meaningfulness of the action-research. In particular, this role can be expressed contributing to the organization of democratic opportunities, methods, and processes deliberately involving the weak signals of the society.

La progettazione urbanistica partecipata può essere considerata un dispositivo pedagogico comunitario, radicato nei principî costituzionali e del diritto mite, che consente la trasformazione da immateriale a materiale dello spazio pubblico come bene comune. Le assonanze con le competenze del deliberative practicioner in ambito urbanistico consentono di sostenere la rilevanza della presenza del pedagogista nella progettazione, in particolare quando lo spazio pubblico è concepito, nell’ambito di una teoria trasformativa dell’apprendimento sociale, con finalità educative. L’esempio di pianificazione generale dinamica dell’area dell’ex aeroporto di Tempelhof a Berlino può aiutare a cogliere la complessità del superamento di logiche oppositive, sia top-down che bottom-up. Il progetto, infatti, si dispiega verso logiche collaborative e verso un uso parzialmente programmato e non definitivo dello spazio pubblico aperto a pratiche corporee. In una pianificazione così avanzata e intrisa di dichiarate “inclinazioni” pedagogiche, tuttavia, la progettazione degli spazi scolastici “senza aule”, il cui bando presentava critiche esplicite nei confronti dello “stagnante” discorso pedagogico, non prevedeva la presenza del pedagogista né nella commissione di valutazione né nel gruppo del progetto. Da qui, allora, l’affermazione dell’indispensabilità del pedagogista nella progettazione e del ruolo riflessivo e creativo di una pedagogia partecipata, comunitaria. Una pedagogia mite capace di agire nella trama dell’incertezza dei risultati tipica dei processi complessi e nella significatività della ricerca-azione. In particolare, questo ruolo si può esplicare nel contributo alla strutturazione di luoghi, metodi e processi democratici che, in particolare, coinvolgano nella progettazione i segnali deboli della società.

(2019). Per una pedagogia mite: la progettazione partecipata degli spazi educativi [journal article - articolo]. In EDUCATIONAL REFLECTIVE PRACTICES. Retrieved from http://hdl.handle.net/10446/151302

Per una pedagogia mite: la progettazione partecipata degli spazi educativi

Borgogni, Antonio
2019-01-01

Abstract

The participatory town planning can be considered as a community pedagogical dispositif rooted in the constitutional and soft law principles, enabling the transformation from immaterial to material of the public space as common good. The proximity to the competences of the town planning deliberative practitioner endorses the participation of the educationist in the planning group, especially when the public space is conceived as educational in the context of a social learning transformative theory. The dynamic masterplan of the area of the former Tempelhof airport in Berlin can be a useful example to understand the complexity of the overcoming of oppositive logics, both top-down and bottom-up. The planning, in fact, heads towards collaborative logics and partially planned, temporary uses of the public space open to bodily practices. Nonetheless, in a so advanced planning, permeated with declared pedagogical “inclinations”, the planning of the school spaces “without classrooms”, whose call revealed an unambiguous criticism to the “stagnant” pedagogical “discourse”, did not consider the presence of educationists neither in the examination board nor in the planning group. This leads to sustain the indispensable role of the educationist in the planning process and to the reflective and creative role of a participatory, community Pedagogy. A soft Pedagogy able to act within the pattern of uncertain results characteristic of the complex processes and in the meaningfulness of the action-research. In particular, this role can be expressed contributing to the organization of democratic opportunities, methods, and processes deliberately involving the weak signals of the society.
articolo
2019
La progettazione urbanistica partecipata può essere considerata un dispositivo pedagogico comunitario, radicato nei principî costituzionali e del diritto mite, che consente la trasformazione da immateriale a materiale dello spazio pubblico come bene comune. Le assonanze con le competenze del deliberative practicioner in ambito urbanistico consentono di sostenere la rilevanza della presenza del pedagogista nella progettazione, in particolare quando lo spazio pubblico è concepito, nell’ambito di una teoria trasformativa dell’apprendimento sociale, con finalità educative. L’esempio di pianificazione generale dinamica dell’area dell’ex aeroporto di Tempelhof a Berlino può aiutare a cogliere la complessità del superamento di logiche oppositive, sia top-down che bottom-up. Il progetto, infatti, si dispiega verso logiche collaborative e verso un uso parzialmente programmato e non definitivo dello spazio pubblico aperto a pratiche corporee. In una pianificazione così avanzata e intrisa di dichiarate “inclinazioni” pedagogiche, tuttavia, la progettazione degli spazi scolastici “senza aule”, il cui bando presentava critiche esplicite nei confronti dello “stagnante” discorso pedagogico, non prevedeva la presenza del pedagogista né nella commissione di valutazione né nel gruppo del progetto. Da qui, allora, l’affermazione dell’indispensabilità del pedagogista nella progettazione e del ruolo riflessivo e creativo di una pedagogia partecipata, comunitaria. Una pedagogia mite capace di agire nella trama dell’incertezza dei risultati tipica dei processi complessi e nella significatività della ricerca-azione. In particolare, questo ruolo si può esplicare nel contributo alla strutturazione di luoghi, metodi e processi democratici che, in particolare, coinvolgano nella progettazione i segnali deboli della società.
Borgogni, Antonio
(2019). Per una pedagogia mite: la progettazione partecipata degli spazi educativi [journal article - articolo]. In EDUCATIONAL REFLECTIVE PRACTICES. Retrieved from http://hdl.handle.net/10446/151302
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