Christian Kracht’s successful novel Imperium (2012) has been variously presented as a work of German post-colonial fiction, as an example of pop literary culture, pertaining to the adventurous and exotic genre. Our analysis highlights some references, so far generally ignored, to Nietzsche’s reflections on the “ascetic” in the third part of On the Genealogy of Morality (1887), with respect to which a general definition of the concept of Humanität constitutes a useful premise. The protagonist of the story, August Engelhardt (1875-1919), reached New Guinea, then a German protectorate, at the beginning of the 20th century. Kracht presents him, coherently with his real biography, as a man tired of the Old Continent. At first, Engelhardt seeks to exploit a plantation of coconut trees for commercial purposes. Then, the charm of this fruit conquers him, he turns into a worshiper. He decides to live on coconuts only, trying to spread this habit by any means. Starting from this historical basis, Kracht operates freely on a broad texture of implicit and explicit references to the lives of great protagonists of literary modernism; on the one hand, he insists on oddities and degenerations of any sectarianism, pinpointing, on the other, the neuroses of the modern world. These can be summarized in terms of nihilism, resentment and individual and collective narcosis―a prelude to the worst forms of political fanaticism. Arguably, the “man of resentment” and the “will to power” described in the Genealogy of morality perfectly fit the profile of the ascetic-prophet Engelhardt.

Quest’analisi del fortunato romanzo di Christian Kracht, Imperium (2012) che si presenta variamente come un’opera ascrivibile alla narrativa post-coloniale tedesca, alla cultura letteraria pop, al genere avventuroso ed esotico, mette in luce alcuni riferimenti, finora sostanzialmente ignorati, alle riflessioni di Nietzsche sul’”asceta” nella terza dissertazione della Genealogia della morale (1887), rispetto alle quali una generale definizione del concetto di Humanität rappresenta un’utile premessa. Il protagonista della storia August Engelhardt (1875-1919), che ha effettivamente raggiunto la Nuova Guinea, allora protettorato tedesco, agli albori del XX secolo, viene presentato da Kracht, coerentemente con la sua reale biografia, come un uomo stanco del Vecchio Continente. Engelhardt cerca in un primo momento di sfruttare una piantagione di palme da cocco a scopo commerciale, salvo poi rimanere completamente irretito dal fascino di questo frutto, di cui diventa adoratore e di cui si ciba in modo esclusivo, cercando di divulgare questa pratica con ogni mezzo. Partendo da questa base storica, Kracht si prende molte libertà poetiche, lavorando su un ampio tessuto di riferimenti impliciti ed espliciti alle biografie dei grandi protagonisti del modernismo letterario; insiste da un lato su stravaganze e degenerazioni di qualsiasi forma di settarismo, dall’altra sulle nevrosi del mondo moderno, che possono essere riassunte nei termini del nichilismo, del risentimento e della narcosi individuale e collettiva, preludio delle peggiori forme di fanatismo politico. Si deduce così come all’asceta-profeta Engelhardt calzi a pennello il profilo l’”uomo del risentimento” e della “volontà di potenza” descritto nella Genealogia della morale.

(2019). Umano, "poco" umano? Imperium di Christian Kracht [journal article - articolo]. In NUOVA CORRENTE. Retrieved from http://hdl.handle.net/10446/151671

Umano, "poco" umano? Imperium di Christian Kracht

Agazzi, Elena
2019-01-01

Abstract

Christian Kracht’s successful novel Imperium (2012) has been variously presented as a work of German post-colonial fiction, as an example of pop literary culture, pertaining to the adventurous and exotic genre. Our analysis highlights some references, so far generally ignored, to Nietzsche’s reflections on the “ascetic” in the third part of On the Genealogy of Morality (1887), with respect to which a general definition of the concept of Humanität constitutes a useful premise. The protagonist of the story, August Engelhardt (1875-1919), reached New Guinea, then a German protectorate, at the beginning of the 20th century. Kracht presents him, coherently with his real biography, as a man tired of the Old Continent. At first, Engelhardt seeks to exploit a plantation of coconut trees for commercial purposes. Then, the charm of this fruit conquers him, he turns into a worshiper. He decides to live on coconuts only, trying to spread this habit by any means. Starting from this historical basis, Kracht operates freely on a broad texture of implicit and explicit references to the lives of great protagonists of literary modernism; on the one hand, he insists on oddities and degenerations of any sectarianism, pinpointing, on the other, the neuroses of the modern world. These can be summarized in terms of nihilism, resentment and individual and collective narcosis―a prelude to the worst forms of political fanaticism. Arguably, the “man of resentment” and the “will to power” described in the Genealogy of morality perfectly fit the profile of the ascetic-prophet Engelhardt.
articolo
2019
Quest’analisi del fortunato romanzo di Christian Kracht, Imperium (2012) che si presenta variamente come un’opera ascrivibile alla narrativa post-coloniale tedesca, alla cultura letteraria pop, al genere avventuroso ed esotico, mette in luce alcuni riferimenti, finora sostanzialmente ignorati, alle riflessioni di Nietzsche sul’”asceta” nella terza dissertazione della Genealogia della morale (1887), rispetto alle quali una generale definizione del concetto di Humanität rappresenta un’utile premessa. Il protagonista della storia August Engelhardt (1875-1919), che ha effettivamente raggiunto la Nuova Guinea, allora protettorato tedesco, agli albori del XX secolo, viene presentato da Kracht, coerentemente con la sua reale biografia, come un uomo stanco del Vecchio Continente. Engelhardt cerca in un primo momento di sfruttare una piantagione di palme da cocco a scopo commerciale, salvo poi rimanere completamente irretito dal fascino di questo frutto, di cui diventa adoratore e di cui si ciba in modo esclusivo, cercando di divulgare questa pratica con ogni mezzo. Partendo da questa base storica, Kracht si prende molte libertà poetiche, lavorando su un ampio tessuto di riferimenti impliciti ed espliciti alle biografie dei grandi protagonisti del modernismo letterario; insiste da un lato su stravaganze e degenerazioni di qualsiasi forma di settarismo, dall’altra sulle nevrosi del mondo moderno, che possono essere riassunte nei termini del nichilismo, del risentimento e della narcosi individuale e collettiva, preludio delle peggiori forme di fanatismo politico. Si deduce così come all’asceta-profeta Engelhardt calzi a pennello il profilo l’”uomo del risentimento” e della “volontà di potenza” descritto nella Genealogia della morale.
Agazzi, Elena
(2019). Umano, "poco" umano? Imperium di Christian Kracht [journal article - articolo]. In NUOVA CORRENTE. Retrieved from http://hdl.handle.net/10446/151671
File allegato/i alla scheda:
File Dimensione del file Formato  
Agazzi NUOVA CORRENTE Umano, poco umano Imperium di Christian Kracht.pdf

Solo gestori di archivio

Versione: publisher's version - versione editoriale
Licenza: Licenza default Aisberg
Dimensione del file 122.87 kB
Formato Adobe PDF
122.87 kB Adobe PDF   Visualizza/Apri
Pubblicazioni consigliate

Aisberg ©2008 Servizi bibliotecari, Università degli studi di Bergamo | Terms of use/Condizioni di utilizzo

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10446/151671
Citazioni
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact