Conoscenza e curiosità nella teoria ottica di Thomas Hobbes

Curiosity and Knowledge in Hobbes’s Theory of Optics. The subject of this essay is the focus on the relationship between curiosity and knowledge in Thomas Hobbes’s mechanistic conception of nature in his theory of optics. Indubitably he played a key role in the rehabilitation of curiosity in the 17th-century. According to Hobbes, “curiosity” was a central passion of man, the idiosyncratic passion that set him apart from the animals. He defined curiosity as the desire for knowledge involving the search for causes of things. However, this search could lead to very different results depending on the epistemological status of the disciplines. In Hobbes’s view it was one matter to identify the causes of phenomena in the field of politics or geometry, but quite a different thing in the field of natural philosophy. Hobbes began to elaborate this difference in the late 1650s during the course of his research on light and vision, offering the first kinematic explanation of the sine law of refraction. He was not well aware of having created an original derivation of this law, but actually believed he had laid the foundation of a new science of optics, which in an important manuscript dated 1646, A Minute or First Draught of the Optiques, he defined as “the most curious” of all the sciences.

L’oggetto di questo saggio è la relazione tra curiosità e conoscenza nella concezione meccanicistica della natura di Hobbes, così come viene formulata nella sua teoria ottica. Nella rivalutazione della curiosità in età moderna, Hobbes ebbe indubbiamente un ruolo chiave. Per Hobbes la curiosità è una passione centrale, la passione specifica che distingue gli uomini dagli animali. Egli la definisce come desiderio di conoscenza che implica la ricerca delle cause. Questa ricerca, tuttavia, conduce a esiti piuttosto diversi, che dipendono dallo statuto epistemologico delle discipline. A suo avviso, infatti, una cosa è individuare la causa dei fenomeni nel campo della politica o della geometria, e un’altra invece in quello della filosofia naturale. Hobbes iniziò a elaborare questa differenza fin dagli anni Trenta del XVII secolo, nel corso appunto delle sue indagini di ottica, la disciplina che egli pensava di aver contribuito a ricostruire dalle fondamenta e che in un importante manoscritto del 1646, A Minute or First Draught of the Optiques, definiva «the most curious» di tutte le scienze.