«Educare ai valori»: dall’epistemologia alla pedagogia»

Values do not exist in themselves: there only are lives that embody them in different contexts and in difficult time we are granted to live with others. A single witness of a good life it’s not enough, even if it’s able to complete with prudence the “is” with the “ought problem” in an inexhaustible process never concluded, whereas open to restart and self-correct. It is also necessary for the witness bearer to be capable of revealing, uncovering (literally, exposing to view) the reasons that justify it erga omnes in public intersubjectivity. Although, on the one hand, without a witness so rich, value’s apology is empty, on the other hand, it’s also true that every kind of witness appears blind if not rationally justified, even if it is constantly evolving.

I valori non esistono in sé: esistono le vite che li incarnano nei diversi contesti e momenti problematici che a ciascuno è dato vivere nella storia, insieme agli altri. Non basta, tuttavia, la testimonianza di una vita buona, capace di completare con prudenza l’essere con il dover essere; peraltro in un processo inesauribile, mai concluso, sempre aperto al ricominciamento e all’autocorrezione. Occorre anche che chi rende testimonianza sia in grado di scoprire, di svelare (proprio nel senso di togliere il velo) le ragioni critiche che la giustificano erga omnes, nell’intersoggettività pubblica. Ma se l’apologia dei valori è vuota senza la loro testimonianza il più possibile piena e coerente è anche vero che questa testimonianza è del tutto cieca senza una adeguata giustificazione razionale di sé, ancorché sia sempre in evoluzione.