Il libro presenta un percorso di studio che si innesta sul piano della riflessione teoretica e approda successivamente a quello della dimensione pratica, a carattere socio-educativo, in relazione al vasto mondo della disabilità. L’orizzonte che accompagna entrambe le direttrici è, come indicato nel titolo del volume, l’ICF, dapprima presentato nella sua essenza culturale e antropologica, declinandone il modello in ogni suo elemento caratterizzante e intercettando i suoi legami con altri costrutti con cui entra in dialogo e si lega indissolubilmente, e successivamente proposto come strumento operativo alla guida di percorsi di innovazione istituzionale di sistemi locali di welfare. Attorno al tema del cambiamento ruota, dunque, questo impegno di approfondimento teorico e di un lungo e intensivo percorso di ricerca, da cui emerge che il punto di vista sociale e educativo, che guarda al benessere della persona e al miglioramento della qualità di vita, necessita di un piano di analisi idoneo a intercettare il funzionamento del soggetto, secondo visioni ben precise e modalità pratiche, traducibili in azioni educative concrete e funzionali. La comprensione del funzionamento come esperienza universale, secondo questa dimensione interattiva e multidimensionale espressa esplicitamente nel modello dell’ICF, appare essere la base per ‘orientare lo sguardo su ciò che conta’, in termini di diritti, di preferenze, di scelte, di accomodamenti ragionevoli e di orientamenti progettuali e di spinte educative. Tale riconcettualizzazione comporta una radicale revisione in termini di valutazione e di progettazione, che devono indirizzarsi concretamente alla modifica del rapporto tra l’individuo e il suo ambiente, nella direzione dei diritti individuali: il ruolo di primo piano lo gioca la persona con disabilità e la sua famiglia che divengono ‘agenti di potere’, immersi all’interno di un processo di empowerment comunitario, in cui i diversi attori del processo inclusivo diventano facilitatori e sostenitori di ‘funzionamenti’. A partire da questi elementi di sfondo nella seconda parte del volume vengono presentati due percorsi di ricerca-azione, nati nel territorio valdostano da esigenze di innovazione in un sistema locale di welfare i cui attori si occupano di politiche sociali in relazione alla disabilità.
(2020). L’ICF a supporto di percorsi personalizzati lungo l’arco della vita . Retrieved from http://hdl.handle.net/10446/166871
L’ICF a supporto di percorsi personalizzati lungo l’arco della vita
Bianquin, Nicole
2020-01-01
Abstract
Il libro presenta un percorso di studio che si innesta sul piano della riflessione teoretica e approda successivamente a quello della dimensione pratica, a carattere socio-educativo, in relazione al vasto mondo della disabilità. L’orizzonte che accompagna entrambe le direttrici è, come indicato nel titolo del volume, l’ICF, dapprima presentato nella sua essenza culturale e antropologica, declinandone il modello in ogni suo elemento caratterizzante e intercettando i suoi legami con altri costrutti con cui entra in dialogo e si lega indissolubilmente, e successivamente proposto come strumento operativo alla guida di percorsi di innovazione istituzionale di sistemi locali di welfare. Attorno al tema del cambiamento ruota, dunque, questo impegno di approfondimento teorico e di un lungo e intensivo percorso di ricerca, da cui emerge che il punto di vista sociale e educativo, che guarda al benessere della persona e al miglioramento della qualità di vita, necessita di un piano di analisi idoneo a intercettare il funzionamento del soggetto, secondo visioni ben precise e modalità pratiche, traducibili in azioni educative concrete e funzionali. La comprensione del funzionamento come esperienza universale, secondo questa dimensione interattiva e multidimensionale espressa esplicitamente nel modello dell’ICF, appare essere la base per ‘orientare lo sguardo su ciò che conta’, in termini di diritti, di preferenze, di scelte, di accomodamenti ragionevoli e di orientamenti progettuali e di spinte educative. Tale riconcettualizzazione comporta una radicale revisione in termini di valutazione e di progettazione, che devono indirizzarsi concretamente alla modifica del rapporto tra l’individuo e il suo ambiente, nella direzione dei diritti individuali: il ruolo di primo piano lo gioca la persona con disabilità e la sua famiglia che divengono ‘agenti di potere’, immersi all’interno di un processo di empowerment comunitario, in cui i diversi attori del processo inclusivo diventano facilitatori e sostenitori di ‘funzionamenti’. A partire da questi elementi di sfondo nella seconda parte del volume vengono presentati due percorsi di ricerca-azione, nati nel territorio valdostano da esigenze di innovazione in un sistema locale di welfare i cui attori si occupano di politiche sociali in relazione alla disabilità.File | Dimensione del file | Formato | |
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