Il quartiere di Lichtenberg, a Berlino Est, è stato uno dei centri dello sviluppo industriale tedesco nel corso del Novecento. Oggi è popolato al 70% da immigrati vietnamiti, giunti in Germania (DDR) negli anni Settanta e Ottanta nel quadro di un progetto di gemellaggio e scambio di forza lavoro tra paesi socialisti. La zona industriale di Lichtenberg è stata dichiarata non abitabile negli anni Novanta a causa del suo permanente inquinamento da metalli pesanti e dall’acidità suolo, è tuttora disconnessa dalla rete idrica urbana, e non contiene alcuna struttura edificata progettata per uso abitativo. Tuttavia il quartiere non ha mai smesso di essere densamente abitato, e negli anni recenti la sua popolazione è cresciuta diversificando attività, servizi del terziario e reti economiche, e sviluppando strategie di riqualificazione e proposta culturale che vanno ben oltre le esigenze di prima sussistenza. La ricerca etnografica, sviluppata all’interno del progetto Anthropocene Curriculum Projekt (Max Planck Institute for the History of Science e Haus der Kulturen der Welt Berlin) ha coinvolto le comunità di tre edifici ex-industriali, oggetto di un piano di recupero partecipativo sviluppato da antropologi, artisti e architetti berlinesi. La rilevanza del progetto, accolto favorevolmente dall’amministrazione metropolitana berlinese, risiede: 1) nell’alto valore delle infrastrutture, legato alla rilevanza storica delle architetture industriali di epoca pre-socialista; 2) nella sperimentazione di nuove forme abitative, generate dalla coesistenza e interdipendenza tra social systems ed eco-systems; 3) nella presenza di attivisti e artisti della comunità impegnati nella sperimentazione e protezione del carattere sostenibile del piano di recupero. La prospettiva teorica in cui si colloca questo studio di Lichtenberg è quella degli Anthropogenic Landscapes, considerati come casi di studio emblematici dell’Anthropocene: le aree metropolitane producono infatti situazioni di resilienza e adattamento, in cui il carattere “verde” del contesto urbano postindustriale non è da preservare, in quanto interamente assente, ma piuttosto da ri-creare e ri/costruire (Engineering Nature), oppure da reinterpretare (Interstitial and Metropolitan Nature). La discussione affronta le implicazioni sociali e ambientali prodotte dalla crescita di paesaggi naturali ri/creati e rigenerati, e artificialmente ricostruiti
(2020). Sostenibilità e mutazioni urbane in un Anthropogenic Landscape.Il recupero del quartiere ex-industriale di Lichtenberg, Berlino Est . Retrieved from http://hdl.handle.net/10446/167106
Sostenibilità e mutazioni urbane in un Anthropogenic Landscape. Il recupero del quartiere ex-industriale di Lichtenberg, Berlino Est
Bougleux, Elena
2020-01-01
Abstract
Il quartiere di Lichtenberg, a Berlino Est, è stato uno dei centri dello sviluppo industriale tedesco nel corso del Novecento. Oggi è popolato al 70% da immigrati vietnamiti, giunti in Germania (DDR) negli anni Settanta e Ottanta nel quadro di un progetto di gemellaggio e scambio di forza lavoro tra paesi socialisti. La zona industriale di Lichtenberg è stata dichiarata non abitabile negli anni Novanta a causa del suo permanente inquinamento da metalli pesanti e dall’acidità suolo, è tuttora disconnessa dalla rete idrica urbana, e non contiene alcuna struttura edificata progettata per uso abitativo. Tuttavia il quartiere non ha mai smesso di essere densamente abitato, e negli anni recenti la sua popolazione è cresciuta diversificando attività, servizi del terziario e reti economiche, e sviluppando strategie di riqualificazione e proposta culturale che vanno ben oltre le esigenze di prima sussistenza. La ricerca etnografica, sviluppata all’interno del progetto Anthropocene Curriculum Projekt (Max Planck Institute for the History of Science e Haus der Kulturen der Welt Berlin) ha coinvolto le comunità di tre edifici ex-industriali, oggetto di un piano di recupero partecipativo sviluppato da antropologi, artisti e architetti berlinesi. La rilevanza del progetto, accolto favorevolmente dall’amministrazione metropolitana berlinese, risiede: 1) nell’alto valore delle infrastrutture, legato alla rilevanza storica delle architetture industriali di epoca pre-socialista; 2) nella sperimentazione di nuove forme abitative, generate dalla coesistenza e interdipendenza tra social systems ed eco-systems; 3) nella presenza di attivisti e artisti della comunità impegnati nella sperimentazione e protezione del carattere sostenibile del piano di recupero. La prospettiva teorica in cui si colloca questo studio di Lichtenberg è quella degli Anthropogenic Landscapes, considerati come casi di studio emblematici dell’Anthropocene: le aree metropolitane producono infatti situazioni di resilienza e adattamento, in cui il carattere “verde” del contesto urbano postindustriale non è da preservare, in quanto interamente assente, ma piuttosto da ri-creare e ri/costruire (Engineering Nature), oppure da reinterpretare (Interstitial and Metropolitan Nature). La discussione affronta le implicazioni sociali e ambientali prodotte dalla crescita di paesaggi naturali ri/creati e rigenerati, e artificialmente ricostruitiFile | Dimensione del file | Formato | |
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