Il tema del restauro delle architetture della prima metà del secolo scorso è entrato ormai da una fase sperimentale a una fase di piena maturità almeno al livello del dibattito culturale; non altrettanto si può dire per la consapevolezza collettiva del valore intrinseco dei manufatti, che per il solo fatto di essere di costruzione relativamente recente non sono considerati meritevoli delle stesse attenzioni riservate agli edifici più antichi. Alcuni recenti interventi di ‘restauro’ di edifici moderni (con differente grado di tutela) realizzati a Dalmine negli edifici costruiti dall'architetto Giovanni Greppi, che costituivano il nucleo centrale della nuova città-fabbrica, mostrano in modo evidente una scarsa attenzione non solo alla materia storica, che nel caso degli intonaci non viene sovente nemmeno presa in considerazione, ma anche all'accostamento cromatico e alla gerarchia dell’uso dei colori per caratterizzare le diverse parti di un edificio. Anche gli edifici di abitazione, progettati e costruiti insieme o poco dopo quelli di rilevanza collettiva, sono soggetti a una stessa ambigua disciplina, di carattere essenzialmente paesaggistico, che cerca di uniformare i nuovi interventi a quelli già realizzati spontaneamente dai proprietari in assenza di controllo, col risultato di cancellare le poche tracce superstiti dell’immagine iniziale.
(2020). Colore e manutenzione nella città del novecento: il caso di Dalmine . Retrieved from http://hdl.handle.net/10446/168770
Colore e manutenzione nella città del novecento: il caso di Dalmine
Mirabella Roberti, Giulio
2020-01-01
Abstract
Il tema del restauro delle architetture della prima metà del secolo scorso è entrato ormai da una fase sperimentale a una fase di piena maturità almeno al livello del dibattito culturale; non altrettanto si può dire per la consapevolezza collettiva del valore intrinseco dei manufatti, che per il solo fatto di essere di costruzione relativamente recente non sono considerati meritevoli delle stesse attenzioni riservate agli edifici più antichi. Alcuni recenti interventi di ‘restauro’ di edifici moderni (con differente grado di tutela) realizzati a Dalmine negli edifici costruiti dall'architetto Giovanni Greppi, che costituivano il nucleo centrale della nuova città-fabbrica, mostrano in modo evidente una scarsa attenzione non solo alla materia storica, che nel caso degli intonaci non viene sovente nemmeno presa in considerazione, ma anche all'accostamento cromatico e alla gerarchia dell’uso dei colori per caratterizzare le diverse parti di un edificio. Anche gli edifici di abitazione, progettati e costruiti insieme o poco dopo quelli di rilevanza collettiva, sono soggetti a una stessa ambigua disciplina, di carattere essenzialmente paesaggistico, che cerca di uniformare i nuovi interventi a quelli già realizzati spontaneamente dai proprietari in assenza di controllo, col risultato di cancellare le poche tracce superstiti dell’immagine iniziale.File | Dimensione del file | Formato | |
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