The idea of English as a lingua franca was anticipated in the early 1920s by Charles Kay Ogden, who conceived his Basic English as a form of controlled language that could be widely understood and used with proficiency by both native and non-native speakers. Basic English arguably represents a crucial moment in the development of the ideas of language simplicity and it remains a milestone which has influenced later controlled versions of English (e.g. Simplified Technical English, Special English, Simple English Wikipedia). In Ogden’s codification of simplified language (which was deeply influenced by his previous semiotic studies) a few simplification criteria can be distinguished: controlled vocabulary, lexical isomorphism, standardisation (intended as establishing a discrete number of shared rules for the use of language), morphosyntax as an outgrowth of lexicon, the superiority of analytic structures over synthetic structures, and universality of a shared language as a key factor in the resolution of human conflicts. Language simplicity is therefore essential for better communication and improved social interactions. This essay argues that Ogden’s idea of language simplicity is deeply rooted in the history of the English language and can be tracked back to the Reformation period, in which “plain speech” was seen as a source of truth and virtue as opposed to the ambiguity of a language rich in figures of speech and rhetorical artifice, and to the 17th century, in which we can distinguish a supposedly scientific approach in language simplification.

Nei primi anni Venti Charles Kay Ogden intuì che l’inglese poteva ricoprire il ruolo di lingua franca e concepì Basic English come una lingua controllata che potesse essere compresa su larga scala e impiegata con competenza da parlanti madrelingua e non. Si può affermare che il Basic di Ogden rappresenti un momento chiave nello sviluppo delle idee di semplicità linguistica; esso rimane una pietra miliare cui si sono ispirate versioni recenziori di inglese controllato (ad esempio Simplified Technical English, Special English, Simple English Wikipedia). Nell’idea di semplificazione linguistica di Ogden (che era stata ampiamente influenzata dai suoi studi in campo semiotico) si possono distinguere alcuni principi essenziali: lessico controllato, isomorfismo lessicale, standardizzazione (intesa come codifica di un numero preciso di regole condivise nell’uso della lingua), morfosintassi come prodotto del lessico, superiorità di strutture analitiche rispetto a quelle sintetiche e universalità di una lingua comune come fattore chiave nella risoluzione dei conflitti umani. La semplicità della lingua è pertanto ritenuta funzionale al miglioramento della comunicazione e delle interazioni sociali. In questo studio sosteniamo che l’idea di semplicità linguistica di Ogden affonda le radici nella storia della lingua inglese, radici che possono essere rintracciate nel XVI secolo, epoca in cui al “parlar chiaro” (plain speech) erano ricondotti valori di verità e virtù in contrapposizione alle ambiguità di un linguaggio figurato ricco di artifici retorici, e nel XVII secolo, quando emerse l’applicazione di criteri di scientificità all’ambito della semplificazione linguistica.

(2020). Ogden’s Basic English and its roots in the Early Modern English search for language simplicity [journal article - articolo]. In LINGUISTICA E FILOLOGIA. Retrieved from http://hdl.handle.net/10446/175883

Ogden’s Basic English and its roots in the Early Modern English search for language simplicity

2020-01-01

Abstract

The idea of English as a lingua franca was anticipated in the early 1920s by Charles Kay Ogden, who conceived his Basic English as a form of controlled language that could be widely understood and used with proficiency by both native and non-native speakers. Basic English arguably represents a crucial moment in the development of the ideas of language simplicity and it remains a milestone which has influenced later controlled versions of English (e.g. Simplified Technical English, Special English, Simple English Wikipedia). In Ogden’s codification of simplified language (which was deeply influenced by his previous semiotic studies) a few simplification criteria can be distinguished: controlled vocabulary, lexical isomorphism, standardisation (intended as establishing a discrete number of shared rules for the use of language), morphosyntax as an outgrowth of lexicon, the superiority of analytic structures over synthetic structures, and universality of a shared language as a key factor in the resolution of human conflicts. Language simplicity is therefore essential for better communication and improved social interactions. This essay argues that Ogden’s idea of language simplicity is deeply rooted in the history of the English language and can be tracked back to the Reformation period, in which “plain speech” was seen as a source of truth and virtue as opposed to the ambiguity of a language rich in figures of speech and rhetorical artifice, and to the 17th century, in which we can distinguish a supposedly scientific approach in language simplification.
articolo
2020
Nei primi anni Venti Charles Kay Ogden intuì che l’inglese poteva ricoprire il ruolo di lingua franca e concepì Basic English come una lingua controllata che potesse essere compresa su larga scala e impiegata con competenza da parlanti madrelingua e non. Si può affermare che il Basic di Ogden rappresenti un momento chiave nello sviluppo delle idee di semplicità linguistica; esso rimane una pietra miliare cui si sono ispirate versioni recenziori di inglese controllato (ad esempio Simplified Technical English, Special English, Simple English Wikipedia). Nell’idea di semplificazione linguistica di Ogden (che era stata ampiamente influenzata dai suoi studi in campo semiotico) si possono distinguere alcuni principi essenziali: lessico controllato, isomorfismo lessicale, standardizzazione (intesa come codifica di un numero preciso di regole condivise nell’uso della lingua), morfosintassi come prodotto del lessico, superiorità di strutture analitiche rispetto a quelle sintetiche e universalità di una lingua comune come fattore chiave nella risoluzione dei conflitti umani. La semplicità della lingua è pertanto ritenuta funzionale al miglioramento della comunicazione e delle interazioni sociali. In questo studio sosteniamo che l’idea di semplicità linguistica di Ogden affonda le radici nella storia della lingua inglese, radici che possono essere rintracciate nel XVI secolo, epoca in cui al “parlar chiaro” (plain speech) erano ricondotti valori di verità e virtù in contrapposizione alle ambiguità di un linguaggio figurato ricco di artifici retorici, e nel XVII secolo, quando emerse l’applicazione di criteri di scientificità all’ambito della semplificazione linguistica.
Russo, Daniel; Andreani, Angela
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