Secondo Rodrik ci troveremmo di fronte alla prova che la scienza economica è caratterizzata dalla possibilità di critica, giacché la reputazione di un lavoro di ricerca non sarebbe data dall’affiliazione, dallo status, o dalla rete sociale dell’autore, ma da quanto i risultati pubblicati corrispondono ai criteri di ricerca della professione stessa. Nel mondo degli economisti accademici le cose vanno in modo lievemente diverso. Ci troviamo dinanzi alla costruzione di mura difensive ben riconoscibili erette attorno ad un nucleo fatto di interessi consolidati. Dopo la crisi del 2007/2008 ci siamo trovati dinanzi ad una diffusione significativa di idee innovative, che, a ben vedere, si radicavano in una tradizione di pensiero sviluppatasi al di fuori del così detto approccio dominante alla teoria economica. Tuttavia, dopo più di dieci anni, possiamo affermare che le difese attorno al nucleo analitico dominante stiano resistendo e ciò non sta avvenendo perché le scuole eterodosse siano poco in grado di ottenere risultati robusti, sia sul piano della pars destruens che sul piano della pars construens. Ma quanto è robusto il sistema teorico che caratterizza l’economics? Secondo l’analisi condotta nell’ultimo libro di Mauro Gallegati - uno dei massimi studiosi nel campo agent based- la robustezza non rientra tra le caratteristiche dell’attuale sistema teorico dominante nell’ambito della scienza economica, la quale ha innanzitutto bisogno di riconciliare la teoria con la realtà. Il punto d’attacco sono i modelli DSGE.

(2021). L’economia ha bisogno della complessità. Nella factory degli economisti underground [journal article - articolo]. In ECONOMIA E POLITICA. Retrieved from http://hdl.handle.net/10446/176678

L’economia ha bisogno della complessità. Nella factory degli economisti underground

Lucarelli, Stefano
2021-01-01

Abstract

Secondo Rodrik ci troveremmo di fronte alla prova che la scienza economica è caratterizzata dalla possibilità di critica, giacché la reputazione di un lavoro di ricerca non sarebbe data dall’affiliazione, dallo status, o dalla rete sociale dell’autore, ma da quanto i risultati pubblicati corrispondono ai criteri di ricerca della professione stessa. Nel mondo degli economisti accademici le cose vanno in modo lievemente diverso. Ci troviamo dinanzi alla costruzione di mura difensive ben riconoscibili erette attorno ad un nucleo fatto di interessi consolidati. Dopo la crisi del 2007/2008 ci siamo trovati dinanzi ad una diffusione significativa di idee innovative, che, a ben vedere, si radicavano in una tradizione di pensiero sviluppatasi al di fuori del così detto approccio dominante alla teoria economica. Tuttavia, dopo più di dieci anni, possiamo affermare che le difese attorno al nucleo analitico dominante stiano resistendo e ciò non sta avvenendo perché le scuole eterodosse siano poco in grado di ottenere risultati robusti, sia sul piano della pars destruens che sul piano della pars construens. Ma quanto è robusto il sistema teorico che caratterizza l’economics? Secondo l’analisi condotta nell’ultimo libro di Mauro Gallegati - uno dei massimi studiosi nel campo agent based- la robustezza non rientra tra le caratteristiche dell’attuale sistema teorico dominante nell’ambito della scienza economica, la quale ha innanzitutto bisogno di riconciliare la teoria con la realtà. Il punto d’attacco sono i modelli DSGE.
articolo
2021
Lucarelli, Stefano
(2021). L’economia ha bisogno della complessità. Nella factory degli economisti underground [journal article - articolo]. In ECONOMIA E POLITICA. Retrieved from http://hdl.handle.net/10446/176678
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