Scritto in anglosassone, o inglese antico, Il sogno della Croce (The Dream of the Rood) è un componimento anonimo di 156 versi lunghi allitterativi – l’unico stilema metrico della poesia germanica antica. Il testo è contenuto in un manoscritto redatto attorno alla fine del X secolo, oggi custodito nella Biblioteca Capitolare del Duomo di Sant’Eusebio in Vercelli (Ms. CXVII). Le traduzioni in lingua italiana del componimento sono sei: Olivero (1915), Ricci (1926), Sanesi (1966), Coppola (1978), Pezzini (1992) e Gamba (1997). Questo studio si prefigge di percorrere Il sogno della Croce, vv. 24-77, per poi vagliare le discordi strategie traduttive degli studiosi nel tentativo di rendere il più fedelmente possibile l’effigie eroica di Cristo al patibolo presente nel testo originale in inglese antico. Il lavoro dimostrerà diacronicamente la tendenza sempre crescente dei traduttori a voler lasciarsi alle spalle scelte lessicali legate alla Sacra Scrittura per avventurarsi invece nel mondo dell’ethos germanico degli Anglosassoni prima della conversione al cristianesimo. Decisiva, a partire dagli anni Settanta, la figura del traduttore-filologo nell’impervio ruolo di restituire non semplicemente un testo, quanto un quadro il più fedele possibile a quello dei destinatari de Il sogno della Croce nel X secolo.
(2020). Restituire l’effigie eroica di Cristo al patibolo. Traduzioni italiane dall’inglese antico del Dream of the Rood [journal article - articolo]. In FILIGRANE. Retrieved from http://hdl.handle.net/10446/179686
Restituire l’effigie eroica di Cristo al patibolo. Traduzioni italiane dall’inglese antico del Dream of the Rood
Cocco, Gabriele
2020-01-01
Abstract
Scritto in anglosassone, o inglese antico, Il sogno della Croce (The Dream of the Rood) è un componimento anonimo di 156 versi lunghi allitterativi – l’unico stilema metrico della poesia germanica antica. Il testo è contenuto in un manoscritto redatto attorno alla fine del X secolo, oggi custodito nella Biblioteca Capitolare del Duomo di Sant’Eusebio in Vercelli (Ms. CXVII). Le traduzioni in lingua italiana del componimento sono sei: Olivero (1915), Ricci (1926), Sanesi (1966), Coppola (1978), Pezzini (1992) e Gamba (1997). Questo studio si prefigge di percorrere Il sogno della Croce, vv. 24-77, per poi vagliare le discordi strategie traduttive degli studiosi nel tentativo di rendere il più fedelmente possibile l’effigie eroica di Cristo al patibolo presente nel testo originale in inglese antico. Il lavoro dimostrerà diacronicamente la tendenza sempre crescente dei traduttori a voler lasciarsi alle spalle scelte lessicali legate alla Sacra Scrittura per avventurarsi invece nel mondo dell’ethos germanico degli Anglosassoni prima della conversione al cristianesimo. Decisiva, a partire dagli anni Settanta, la figura del traduttore-filologo nell’impervio ruolo di restituire non semplicemente un testo, quanto un quadro il più fedele possibile a quello dei destinatari de Il sogno della Croce nel X secolo.File | Dimensione del file | Formato | |
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