La Repubblica di Venezia nei secoli XVI e XVII dominò i territori italiani di terraferma e della costa orientale adriatica mediante forme di controllo commerciale che presupposero la fortificazione dei porti e delle città di frontiera. Partendo dal sistema delle città murate recentemente riconosciute (2017) quale Patrimonio mondiale dell’Umanità Unesco, l’articolo intende analizzare tale rete e, considerando anche alcune città costiere che presentano tracce di edifici difensivi «alla moderna», includere detti elementi in un network turistico definito s-Low. Infatti, la valorizzazione dei beni culturali e naturali in un’ottica s-Low favorisce il perseguimento di azioni atte a favorire il potenziamento delle peculiarità territoriali, promuovendo una progettazione turistica condivisa in una prospettiva reticolare e sostenibile. Questa tipologia di turismo, basata sulla valorizzazione di risorse mediante la loro messa in rete, è stata proposta dal Centro Studi sul Territorio-DiathesisLab dell'Università di Bergamo. Il laboratorio cartografico, infatti, si avvale di metodi e strumentazioni per il mapping al fine di diffondere e divulgare un modello di turismo sostenibile.
(2021). Le città murate della Repubblica di Venezia: risorsa per un turismo reticolare s-Low [journal article - articolo]. In SEMESTRALE DI STUDI E RICERCHE DI GEOGRAFIA. Retrieved from http://hdl.handle.net/10446/185780
Le città murate della Repubblica di Venezia: risorsa per un turismo reticolare s-Low
Aliaj, Alketa;Consolandi, Elisa
2021-01-01
Abstract
La Repubblica di Venezia nei secoli XVI e XVII dominò i territori italiani di terraferma e della costa orientale adriatica mediante forme di controllo commerciale che presupposero la fortificazione dei porti e delle città di frontiera. Partendo dal sistema delle città murate recentemente riconosciute (2017) quale Patrimonio mondiale dell’Umanità Unesco, l’articolo intende analizzare tale rete e, considerando anche alcune città costiere che presentano tracce di edifici difensivi «alla moderna», includere detti elementi in un network turistico definito s-Low. Infatti, la valorizzazione dei beni culturali e naturali in un’ottica s-Low favorisce il perseguimento di azioni atte a favorire il potenziamento delle peculiarità territoriali, promuovendo una progettazione turistica condivisa in una prospettiva reticolare e sostenibile. Questa tipologia di turismo, basata sulla valorizzazione di risorse mediante la loro messa in rete, è stata proposta dal Centro Studi sul Territorio-DiathesisLab dell'Università di Bergamo. Il laboratorio cartografico, infatti, si avvale di metodi e strumentazioni per il mapping al fine di diffondere e divulgare un modello di turismo sostenibile.File | Dimensione del file | Formato | |
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