Il nome di Filippo di Ser Brunellesco Lapi, comunemente chiamato Filippo Brunelleschi, e quello della tecnica spinapesce sono strettamente correlati. Numerose sono le ricerche condotte sull’applicazione di questo metodo costruttivo per la realizzazione della cupola di Santa Maria del Fiore a Firenze. Tuttavia, la fama del geniale architetto fiorentino e la grandezza del duomo rinascimentale hanno contribuito ad oscurare la portata dell’introduzione dell’ingegnosa tecnica muraria. Grazie alla particolare orditura, la spinapesce consente la costruzione di cupole e volte senza l’ausilio di alcun supporto temporaneo. Tale proprietà fu di certo compresa dagli architetti fiorentini Sangallo e, in particolare, da Antonio di Sangallo il Giovane. Essi la utilizzano sistematicamente sviluppandola, fino a definire un metodo costruttivo proprio: la spinapesce incrociata. Lo scopo della ricerca presentata è quello di connettere le tracce lasciate nella storia da queste tecniche, per ricostruirne una visione più generale e comprendere la loro importanza nella storia dell’architettura. Dalla ricerca condotta, emerge come le origini della spinapesce siano ben più radicate nella storia: prove accertate della sua esistenza risalgono circa al XI secolo. Lo studio, condotto attraverso l’analisi di documenti storici e del rilievo dell’intradosso della cupola di Santa Maria in Ciel d’Oro a Montefiascone (Viterbo), ha permesso di ipotizzare alcuni degli elementi tecnologici necessari per l’applicazione della spinapesce e spinapesce incrociata. In particolare, la perfetta conservazione della cupola di Santa Maria in Ciel d’Oro e la mancanza di intonaco sulla sua superficie intradossale ha permesso la lettura dell’orditura della struttura che, comparata con i modelli teorici, ha restituito importanti suggerimenti per la comprensione dei due metodi costruttivi.

(2021). Sulle tracce di una tecnologia costruttiva: la spinapesce incrociata . Retrieved from http://hdl.handle.net/10446/190838

Sulle tracce di una tecnologia costruttiva: la spinapesce incrociata

Paris, Vittorio;Ruscica, Giuseppe;Mirabella Roberti, Giulio
2021-01-01

Abstract

Il nome di Filippo di Ser Brunellesco Lapi, comunemente chiamato Filippo Brunelleschi, e quello della tecnica spinapesce sono strettamente correlati. Numerose sono le ricerche condotte sull’applicazione di questo metodo costruttivo per la realizzazione della cupola di Santa Maria del Fiore a Firenze. Tuttavia, la fama del geniale architetto fiorentino e la grandezza del duomo rinascimentale hanno contribuito ad oscurare la portata dell’introduzione dell’ingegnosa tecnica muraria. Grazie alla particolare orditura, la spinapesce consente la costruzione di cupole e volte senza l’ausilio di alcun supporto temporaneo. Tale proprietà fu di certo compresa dagli architetti fiorentini Sangallo e, in particolare, da Antonio di Sangallo il Giovane. Essi la utilizzano sistematicamente sviluppandola, fino a definire un metodo costruttivo proprio: la spinapesce incrociata. Lo scopo della ricerca presentata è quello di connettere le tracce lasciate nella storia da queste tecniche, per ricostruirne una visione più generale e comprendere la loro importanza nella storia dell’architettura. Dalla ricerca condotta, emerge come le origini della spinapesce siano ben più radicate nella storia: prove accertate della sua esistenza risalgono circa al XI secolo. Lo studio, condotto attraverso l’analisi di documenti storici e del rilievo dell’intradosso della cupola di Santa Maria in Ciel d’Oro a Montefiascone (Viterbo), ha permesso di ipotizzare alcuni degli elementi tecnologici necessari per l’applicazione della spinapesce e spinapesce incrociata. In particolare, la perfetta conservazione della cupola di Santa Maria in Ciel d’Oro e la mancanza di intonaco sulla sua superficie intradossale ha permesso la lettura dell’orditura della struttura che, comparata con i modelli teorici, ha restituito importanti suggerimenti per la comprensione dei due metodi costruttivi.
2021
Paris, Vittorio; Pizzigoni, Attilio; Ruscica, Giuseppe; MIRABELLA ROBERTI, Giulio
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