Nell’ultimo periodo, gli eventi di protesta su questioni che in qualche modo chiamano in causa la tecnologia, o determinate infrastrutture tecnologiche, sembrano essere diventati all’ordine del giorno. L’aumento della mobilitazione su possibili rischi legati allo sviluppo e utilizzo di certe tecnologie è stato alla base della diffusione e consolidamento dell’ambientalismo in Italia – così come in altri paesi - durante gli anni Settanta e Ottanta. Tuttavia, dopo aver raggiunto il culmine con la campagna antinucleare alla fine degli anni Ottanta, la protesta attorno ai temi tecnologici e ambientali sembra perdere di intensità e visibilità. Per permettere uno sguardo all’evoluzione della protesta sui problemi tecnologici e ambientali in Italia negli ultimi quindici anni che aiuti ad individuare gli antecedenti delle proteste più recenti, l’analisi utilizza una banca dati costruita secondo la metodologia della Protest Event Analysis sulla base delle informazioni ricavate dagli articoli comparsi su la Repubblica durante il periodo 1 gennaio 1988 - 31 dicembre 2000, adottando un campionamento del 50% delle edizioni quotidiane, selezionate a giorni alterni. Questa strategia di ricerca che ha assunto negli ultimi anni una crescente centralità negli studi sull’azione collettiva e i movimenti sociali, permette di osservare il cambiamento di alcune proprietà del conflitto politico e sociale potendo controllare il loro variare tenendo in considerazione anche ampi archi temporali e diverse aree geografiche. L’ipotesi su cui si articola l’analisi si basa sull’idea che la mobilitazione ambientalista vada letta * ed interpretata sia in riferimento ai cambiamenti che avvengono nell’ambiente politico e istituzionale in cui gli attori della protesta operano - le opportunità politiche - sia guardando alle caratteristiche - risorse interne - delle organizzazioni che promuovono le diverse azioni e alle loro trasformazioni nel tempo. Il periodo su cui si concentra l’analisi copre gli anni dalla fase di grande espansione immediatamente successiva al vittorioso referendum del 1987, che sancisce l'abbandono da parte dell'Italia del ricorso al nucleare come forma di approvvigionamento energetico, sino all’esperienza del governo di centrosinistra dopo le elezioni del 1996, con l’assunzione da parte degli ecologisti di responsabilità di governo. L’articolo, dopo una riflessione sull’andamento generale osservato dalla mobilitazione, si sofferma su alcune caratteristiche più specifiche del conflitto sui problemi tecnologici e ambientali.
Eventi, cicli di protesta e conflitti tecnologici
FORNO, Francesca
2006-01-01
Abstract
Nell’ultimo periodo, gli eventi di protesta su questioni che in qualche modo chiamano in causa la tecnologia, o determinate infrastrutture tecnologiche, sembrano essere diventati all’ordine del giorno. L’aumento della mobilitazione su possibili rischi legati allo sviluppo e utilizzo di certe tecnologie è stato alla base della diffusione e consolidamento dell’ambientalismo in Italia – così come in altri paesi - durante gli anni Settanta e Ottanta. Tuttavia, dopo aver raggiunto il culmine con la campagna antinucleare alla fine degli anni Ottanta, la protesta attorno ai temi tecnologici e ambientali sembra perdere di intensità e visibilità. Per permettere uno sguardo all’evoluzione della protesta sui problemi tecnologici e ambientali in Italia negli ultimi quindici anni che aiuti ad individuare gli antecedenti delle proteste più recenti, l’analisi utilizza una banca dati costruita secondo la metodologia della Protest Event Analysis sulla base delle informazioni ricavate dagli articoli comparsi su la Repubblica durante il periodo 1 gennaio 1988 - 31 dicembre 2000, adottando un campionamento del 50% delle edizioni quotidiane, selezionate a giorni alterni. Questa strategia di ricerca che ha assunto negli ultimi anni una crescente centralità negli studi sull’azione collettiva e i movimenti sociali, permette di osservare il cambiamento di alcune proprietà del conflitto politico e sociale potendo controllare il loro variare tenendo in considerazione anche ampi archi temporali e diverse aree geografiche. L’ipotesi su cui si articola l’analisi si basa sull’idea che la mobilitazione ambientalista vada letta * ed interpretata sia in riferimento ai cambiamenti che avvengono nell’ambiente politico e istituzionale in cui gli attori della protesta operano - le opportunità politiche - sia guardando alle caratteristiche - risorse interne - delle organizzazioni che promuovono le diverse azioni e alle loro trasformazioni nel tempo. Il periodo su cui si concentra l’analisi copre gli anni dalla fase di grande espansione immediatamente successiva al vittorioso referendum del 1987, che sancisce l'abbandono da parte dell'Italia del ricorso al nucleare come forma di approvvigionamento energetico, sino all’esperienza del governo di centrosinistra dopo le elezioni del 1996, con l’assunzione da parte degli ecologisti di responsabilità di governo. L’articolo, dopo una riflessione sull’andamento generale osservato dalla mobilitazione, si sofferma su alcune caratteristiche più specifiche del conflitto sui problemi tecnologici e ambientali.Pubblicazioni consigliate
Aisberg ©2008 Servizi bibliotecari, Università degli studi di Bergamo | Terms of use/Condizioni di utilizzo