La cooperazione ambientale è uno dei maggiori contesti di applicazione della cartografia partecipativa in Africa subsahariana. Tale tipologia cartografica è realizzata al fine di approfondire la conoscenza dei territori d’intervento e di programmare azioni d’aiuto adeguate. Tuttavia, rispecchiando sostanzialmente l’uso che si fece della carta in epoca coloniale, la sua assunzione mostra una logica di intervento che privilegia i valori della comunità internazionale o delle autorità statali, a scapito di quelli delle popolazioni africane. In particolare, la carta partecipativa è assunta, nella maggior parte dei casi, nella fase iniziale dell’intervento di cooperazione, quando, con le informazioni fornite dalle popolazioni locali, si tenta di colmare le lacune conoscitive del territorio. Considerate esaurite qui le sue potenzialità, essa è ignorata nelle fasi successive del progetto, dal momento che è sostituita dalle sue elaborazioni digitali. Queste ultime, adottando modalità di rappresentazione vincolate ai modelli culturali occidentali, pregiudicano l’apporto delle comunità africane nelle prese di decisione. Per rispondere a tale problema, studi recenti valutano la possibilità di elaborare una cartografia «riflessiva» che, in linea con i principi di partecipazione e di governance ambientale, tenti di restituire il senso sociale dei luoghi e, dunque, il punto di vista di coloro che vivono nel territorio rappresentato. Assumendo questa prospettiva, si presenta la cartografia partecipativa quale nuovo sistema in grado di prospettare i valori e i saperi territoriali delle comunità locali e dunque di porsi quale strumento che crea un confronto tra società diverse. Ancorandosi alla semiosi cartografica, si analizzerà il processo costruttivo della carta, il significato dei segni trasposti dalla comunità locale e, infine, la possibilità di redigere carte digitali che tengano conto delle implicazioni sociali che esse veicolano. I documenti presi in esame sono stati realizzati in Niger, nell’ambito di una ricerca di terreno condotta all’interno di un programma di cooperazione ambientale la cui area di intervento è il Parco Regionale W, «riserva transfrontaliera della biosfera» situata tra Benin, Burkina Faso e Niger.

(2006). La cartografia partecipativa e la cooperazione ambientale in Africa: il caso del villaggio di Bossia (Niger) [journal article - articolo]. In BOLLETTINO DELLA SOCIETÀ GEOGRAFICA ITALIANA. Retrieved from http://hdl.handle.net/10446/19599

La cartografia partecipativa e la cooperazione ambientale in Africa: il caso del villaggio di Bossia (Niger)

Burini, Federica
2006-01-01

Abstract

La cooperazione ambientale è uno dei maggiori contesti di applicazione della cartografia partecipativa in Africa subsahariana. Tale tipologia cartografica è realizzata al fine di approfondire la conoscenza dei territori d’intervento e di programmare azioni d’aiuto adeguate. Tuttavia, rispecchiando sostanzialmente l’uso che si fece della carta in epoca coloniale, la sua assunzione mostra una logica di intervento che privilegia i valori della comunità internazionale o delle autorità statali, a scapito di quelli delle popolazioni africane. In particolare, la carta partecipativa è assunta, nella maggior parte dei casi, nella fase iniziale dell’intervento di cooperazione, quando, con le informazioni fornite dalle popolazioni locali, si tenta di colmare le lacune conoscitive del territorio. Considerate esaurite qui le sue potenzialità, essa è ignorata nelle fasi successive del progetto, dal momento che è sostituita dalle sue elaborazioni digitali. Queste ultime, adottando modalità di rappresentazione vincolate ai modelli culturali occidentali, pregiudicano l’apporto delle comunità africane nelle prese di decisione. Per rispondere a tale problema, studi recenti valutano la possibilità di elaborare una cartografia «riflessiva» che, in linea con i principi di partecipazione e di governance ambientale, tenti di restituire il senso sociale dei luoghi e, dunque, il punto di vista di coloro che vivono nel territorio rappresentato. Assumendo questa prospettiva, si presenta la cartografia partecipativa quale nuovo sistema in grado di prospettare i valori e i saperi territoriali delle comunità locali e dunque di porsi quale strumento che crea un confronto tra società diverse. Ancorandosi alla semiosi cartografica, si analizzerà il processo costruttivo della carta, il significato dei segni trasposti dalla comunità locale e, infine, la possibilità di redigere carte digitali che tengano conto delle implicazioni sociali che esse veicolano. I documenti presi in esame sono stati realizzati in Niger, nell’ambito di una ricerca di terreno condotta all’interno di un programma di cooperazione ambientale la cui area di intervento è il Parco Regionale W, «riserva transfrontaliera della biosfera» situata tra Benin, Burkina Faso e Niger.
articolo
2006
Burini, Federica
(2006). La cartografia partecipativa e la cooperazione ambientale in Africa: il caso del villaggio di Bossia (Niger) [journal article - articolo]. In BOLLETTINO DELLA SOCIETÀ GEOGRAFICA ITALIANA. Retrieved from http://hdl.handle.net/10446/19599
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