One noteworthy aspect is that the more famous the authors are, the less they tend to conform to generic norms and standard scientific reporting style. The present paper will show, with qualitative data from the Introductions of influential volumes by Christie (1970), Critchley (1970), Dalgleish & Power (1999), Kolb & Wishshaw (2003) Gazzaniga (2004), Goldstein & McNeil (2004), how authors feel free to use a more personal language, constructing a delicate balance between consideration for the canons of scientific reporting and the need for more authentic, holistic interaction with the audience. Far from disguising their personal involvement, they highlight how their research fits into a larger picture, engaging the readers as participants in a disciplinary discourse that functions as situated social interaction. Evidence will be given of the discoursal features these famous authors use to ‘trade’ knowledge from their personal perspectives – explicitly appraising both individual and collective work – in a complex interplay of ‘delayed’ adherence to generic norms and assertion of individual identity.

Non più ritenuto esempio di linguaggio impersonale, il discorso scientifico è stato al centro di studi sui generi testuali – Swales (1990, 2004), Miller (1992), Bhatia (1993), Berkenkotter / Huckin (1995), Hyland (2004), Gillaert / Gotti (2005) and Bhatia / Gotti (2006) – e, più recentemente, sulle identità linguistico-culturali, professionali e autoriali. Appare adesso necessario costruire un equilibrio fra l’attenzione ai tratti di individualità, alle caratteristiche di genere, all’identità dei singoli testi, e ai valori collettivi delle comunità scientifiche. Il punto d’interesse di questo studio è il linguaggio dei manuali di neuroscienze cognitive, in prospettiva diacronica. L’ipotesi della proporzionalità diretta tra la presenza di tratti di individualità e il prestigio degli autori, soprattutto nelle introduzioni di tali testi, è stata supportata dai dati. Si è utilizzato un corpus di 8 manuali di rilievo nella storia delle neuroscienze cognitive (1970-2004), che è stato analizzato prevalentemente applicando le categorie dell’Appraisal Framework (Martin/White 2005). I dati hanno evidenziato elementi sia di cambiamento, sia di continuità. Insieme all’affermarsi di una terminologia/linguaggio meno ‘speculativo’ e sempre più espressione dell’innovazione tecnologico-scientifica, si rileva la persistenza del manifestarsi delle persone autoriali. Gli scienziati di successo continuano a ricercare, nel 1970 come nel 2004, in determinati loci testuali, una comunicazione olistica con i lettori, che renda possibile condividere informalmente “la genesi e l’evolversi di un’idea” (Christie 1970:1), e ricorrono a tratti discorsivi che evidenziano il valore del lavoro sia individuale, sia di gruppo, in una articolata interazione di aderenza ai canoni della comunicazione scientifica, e di affermazione di identità individuale.

(2008). Scientific Communication and Authorial Identities in Cognitive Neuroscience Handbooks from a Diachronic Perspective [journal article - articolo]. In LINGUISTICA E FILOLOGIA. Retrieved from http://hdl.handle.net/10446/198

Scientific Communication and Authorial Identities in Cognitive Neuroscience Handbooks from a Diachronic Perspective

2008-01-01

Abstract

One noteworthy aspect is that the more famous the authors are, the less they tend to conform to generic norms and standard scientific reporting style. The present paper will show, with qualitative data from the Introductions of influential volumes by Christie (1970), Critchley (1970), Dalgleish & Power (1999), Kolb & Wishshaw (2003) Gazzaniga (2004), Goldstein & McNeil (2004), how authors feel free to use a more personal language, constructing a delicate balance between consideration for the canons of scientific reporting and the need for more authentic, holistic interaction with the audience. Far from disguising their personal involvement, they highlight how their research fits into a larger picture, engaging the readers as participants in a disciplinary discourse that functions as situated social interaction. Evidence will be given of the discoursal features these famous authors use to ‘trade’ knowledge from their personal perspectives – explicitly appraising both individual and collective work – in a complex interplay of ‘delayed’ adherence to generic norms and assertion of individual identity.
articolo
2008
Non più ritenuto esempio di linguaggio impersonale, il discorso scientifico è stato al centro di studi sui generi testuali – Swales (1990, 2004), Miller (1992), Bhatia (1993), Berkenkotter / Huckin (1995), Hyland (2004), Gillaert / Gotti (2005) and Bhatia / Gotti (2006) – e, più recentemente, sulle identità linguistico-culturali, professionali e autoriali. Appare adesso necessario costruire un equilibrio fra l’attenzione ai tratti di individualità, alle caratteristiche di genere, all’identità dei singoli testi, e ai valori collettivi delle comunità scientifiche. Il punto d’interesse di questo studio è il linguaggio dei manuali di neuroscienze cognitive, in prospettiva diacronica. L’ipotesi della proporzionalità diretta tra la presenza di tratti di individualità e il prestigio degli autori, soprattutto nelle introduzioni di tali testi, è stata supportata dai dati. Si è utilizzato un corpus di 8 manuali di rilievo nella storia delle neuroscienze cognitive (1970-2004), che è stato analizzato prevalentemente applicando le categorie dell’Appraisal Framework (Martin/White 2005). I dati hanno evidenziato elementi sia di cambiamento, sia di continuità. Insieme all’affermarsi di una terminologia/linguaggio meno ‘speculativo’ e sempre più espressione dell’innovazione tecnologico-scientifica, si rileva la persistenza del manifestarsi delle persone autoriali. Gli scienziati di successo continuano a ricercare, nel 1970 come nel 2004, in determinati loci testuali, una comunicazione olistica con i lettori, che renda possibile condividere informalmente “la genesi e l’evolversi di un’idea” (Christie 1970:1), e ricorrono a tratti discorsivi che evidenziano il valore del lavoro sia individuale, sia di gruppo, in una articolata interazione di aderenza ai canoni della comunicazione scientifica, e di affermazione di identità individuale.
Abbamonte, Lucia
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