An experimental study of the effect of lying and being suspected on Reality Monitoring - The impact of Veracity (Lie and Truth), Suspicion (Weak and Strong) on Reality Monitoring (RM) scores was examined. A Total of 140 under graduate students were interviewed twice about the possession of an object. In one interview they were asked to lie and in the other to tell the truth (Veracity factor). In both conditions, suspicion was raised in the second half of the interview: Participants were accused of lying by the interviewer and asked to repeat their account (Strong Suspicion). Results revealed that truth tellers’ and liars’ speech differed from each other in accordance with RM theory, when both lying or telling the truth (main effect of Veracity) and the interviewer was suspicious (main effect of Suspect). Specifically participants included more visual, auditory and spatial details and less cognitive operations when telling the truth than when lying, while used more visual, auditory, spatial and temporal details in the strong suspicion than in weak suspicion. The results highlight that RM discriminated between truth tellers and liars when the interviewer did not raise suspicion and they encourage for the use of RM as a verbal lie tool in criminal investigations.

Nel presente lavoro è stata misurata l’influenza della variabile Veridicità (Verità/Bugia) e della variabile Sospetto (Alto/Basso) sul punteggio del Reality Monitoring (RM). 140 studenti della II Università degli studi di Napoli sono stati interrogati due volte in merito al possesso di un oggetto. In una intervista dovevano dire la verità e nell’altra mentire (Veridicità). In entrambe le condizioni, nella seconda parte dell’intervista, i partecipanti sono stati accusati di aver mentito (Alto Sospetto). I risultati evidenziano che si utilizza un linguaggio più ricco di dettagli visivi, uditivi e spaziali sia quando si dice la verità rispetto a quando si mente (effetto principale della Veridicità) sia quando si è posti sotto sospetto (effetto principale del Sospetto); emerge anche un’interazione (Veridicità x Sospetto). I risultati vengono discussi alla luce della teoria del Reality Monitoring.

(2010). Uno studio sperimentale dell’effetto del mentire e dell’essere sospettato sul Reality Monitoring [journal article - articolo]. In GIORNALE DI PSICOLOGIA. Retrieved from http://hdl.handle.net/10446/19817

Uno studio sperimentale dell’effetto del mentire e dell’essere sospettato sul Reality Monitoring

Caso, Letizia;
2010-01-01

Abstract

An experimental study of the effect of lying and being suspected on Reality Monitoring - The impact of Veracity (Lie and Truth), Suspicion (Weak and Strong) on Reality Monitoring (RM) scores was examined. A Total of 140 under graduate students were interviewed twice about the possession of an object. In one interview they were asked to lie and in the other to tell the truth (Veracity factor). In both conditions, suspicion was raised in the second half of the interview: Participants were accused of lying by the interviewer and asked to repeat their account (Strong Suspicion). Results revealed that truth tellers’ and liars’ speech differed from each other in accordance with RM theory, when both lying or telling the truth (main effect of Veracity) and the interviewer was suspicious (main effect of Suspect). Specifically participants included more visual, auditory and spatial details and less cognitive operations when telling the truth than when lying, while used more visual, auditory, spatial and temporal details in the strong suspicion than in weak suspicion. The results highlight that RM discriminated between truth tellers and liars when the interviewer did not raise suspicion and they encourage for the use of RM as a verbal lie tool in criminal investigations.
journal article - articolo
2010
Nel presente lavoro è stata misurata l’influenza della variabile Veridicità (Verità/Bugia) e della variabile Sospetto (Alto/Basso) sul punteggio del Reality Monitoring (RM). 140 studenti della II Università degli studi di Napoli sono stati interrogati due volte in merito al possesso di un oggetto. In una intervista dovevano dire la verità e nell’altra mentire (Veridicità). In entrambe le condizioni, nella seconda parte dell’intervista, i partecipanti sono stati accusati di aver mentito (Alto Sospetto). I risultati evidenziano che si utilizza un linguaggio più ricco di dettagli visivi, uditivi e spaziali sia quando si dice la verità rispetto a quando si mente (effetto principale della Veridicità) sia quando si è posti sotto sospetto (effetto principale del Sospetto); emerge anche un’interazione (Veridicità x Sospetto). I risultati vengono discussi alla luce della teoria del Reality Monitoring.
Caso, Letizia; Gnisci, Augusto; Alfano, Lucia; Trocciola, Elisa
(2010). Uno studio sperimentale dell’effetto del mentire e dell’essere sospettato sul Reality Monitoring [journal article - articolo]. In GIORNALE DI PSICOLOGIA. Retrieved from http://hdl.handle.net/10446/19817
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