Costruire il futuro: strategie dell’incertezza e logiche alternative. Il futuro, quale che sia l’ambito della sua manifestazione, si innesta in una paradossale contrazione del tempo: predestinato a un’immaginazione ipotetica, si misura con un discorso storico dipendente da ideologie congiunturali e in qualche modo impossibilitato ad entrare nei suoi territori, se non restandone ai margini. E’ la ragione, ci sembra, del punto di vista peculiare da cui discende la sua prospettiva narrativa. Che sia volta al passato, alla serialità storica come condizione causale di quanto già conosciamo, oppure dedita alla legittimazione del nuovo, come disegno di quello che ancora non conosciamo: le due concezioni si fronteggiano aprendo alla discussione di cosa voglia dire pensare il tempo che viene. E, nello specifico, riconoscerlo in quelle grandi narrazioni condivise che definiscono la portata di quelle che potremmo chiamare le strategie dell’incertezza. Pratiche proprie ai contesti privati e pubblici del pensiero ipotetico, che attingono a un serbatoio figurativo necessario a orientare -prima che siano e dunque secondo un disegno anticipatorio- i comportamenti e ancor prima gli atteggiamenti a venire, seguendone le tracce e soprattutto i tracciati. Futuri da discutere, non da subire. Nel nostro intervento vorremmo dunque concentrarci sui modi e le potenzialità speculative di questi diversi ‘copioni’ (altrettante sceneggiature, cf. Fabbri 2017), che intervengono a sviluppare alternative logiche di evoluzione, e a descriverne i contenuti potenziali. Non solo e non tanto come esercizi di immaginario, bensì in quanto progettazione di “exit drives”, destinati a non lasciarci smarriti nel momento in cui -come appunto nella recente esperienza legata all’epidemia planetaria del Covid 19- una qualunque catastrofe, un episodico cigno nero, un terremoto naturale o culturale, ribaltino i canoni della prevedibilità. Nella certezza, chissà se ragionevole, che il destino a venire (non ultimo quello della comunicazione) possa rispondere bene o male al nostro volere.
(2021). Costruire il futuro. Strategie dell'incertezza e logiche alternative [journal article - articolo]. In E/C. Retrieved from http://hdl.handle.net/10446/198508
Costruire il futuro. Strategie dell'incertezza e logiche alternative
Ceriani, Giulia Adriana
2021-01-01
Abstract
Costruire il futuro: strategie dell’incertezza e logiche alternative. Il futuro, quale che sia l’ambito della sua manifestazione, si innesta in una paradossale contrazione del tempo: predestinato a un’immaginazione ipotetica, si misura con un discorso storico dipendente da ideologie congiunturali e in qualche modo impossibilitato ad entrare nei suoi territori, se non restandone ai margini. E’ la ragione, ci sembra, del punto di vista peculiare da cui discende la sua prospettiva narrativa. Che sia volta al passato, alla serialità storica come condizione causale di quanto già conosciamo, oppure dedita alla legittimazione del nuovo, come disegno di quello che ancora non conosciamo: le due concezioni si fronteggiano aprendo alla discussione di cosa voglia dire pensare il tempo che viene. E, nello specifico, riconoscerlo in quelle grandi narrazioni condivise che definiscono la portata di quelle che potremmo chiamare le strategie dell’incertezza. Pratiche proprie ai contesti privati e pubblici del pensiero ipotetico, che attingono a un serbatoio figurativo necessario a orientare -prima che siano e dunque secondo un disegno anticipatorio- i comportamenti e ancor prima gli atteggiamenti a venire, seguendone le tracce e soprattutto i tracciati. Futuri da discutere, non da subire. Nel nostro intervento vorremmo dunque concentrarci sui modi e le potenzialità speculative di questi diversi ‘copioni’ (altrettante sceneggiature, cf. Fabbri 2017), che intervengono a sviluppare alternative logiche di evoluzione, e a descriverne i contenuti potenziali. Non solo e non tanto come esercizi di immaginario, bensì in quanto progettazione di “exit drives”, destinati a non lasciarci smarriti nel momento in cui -come appunto nella recente esperienza legata all’epidemia planetaria del Covid 19- una qualunque catastrofe, un episodico cigno nero, un terremoto naturale o culturale, ribaltino i canoni della prevedibilità. Nella certezza, chissà se ragionevole, che il destino a venire (non ultimo quello della comunicazione) possa rispondere bene o male al nostro volere.File | Dimensione del file | Formato | |
---|---|---|---|
Articolo.pdf
accesso aperto
Versione:
publisher's version - versione editoriale
Licenza:
Creative commons
Dimensione del file
340.26 kB
Formato
Adobe PDF
|
340.26 kB | Adobe PDF | Visualizza/Apri |
Pubblicazioni consigliate
Aisberg ©2008 Servizi bibliotecari, Università degli studi di Bergamo | Terms of use/Condizioni di utilizzo