Persona, multiculturalità e pedagogia

Nel prodotto si descrivono preliminarmente tre fatti: gli eccidi commessi nella Cambogia di Pol Pot, i 200 milioni di donne che hanno abortito (in gran parte costrette) dal 1993 al 2003, il progetto di sterilizzare 200 gabbiani all’anno a Trieste per evitare di uccidere gli embrioni nelle uova. La riflessione dell’autore non si sofferma sulle considerazioni di ambito multiculturale né sulla necessità di un progetto pedagogico e educativo interculturale che affiorano dall’interrogarsi sui tre fatti prima descritti, bensì analizza il concetto di persona, nato nell’Occidente cristiano e per nulla acquisito una volta per sempre, né dovunque riconosciuto. Proprio il concetto di persona evoca una pedagogia adeguata, che, tuttavia, diventa autoreferenziale e autocentrata (studiare gli studi), se non si confronta in ogni momento con l’educazione. Su queste riflessioni, l’autore innesta i compiti che toccano, in fatto di educazione e di riflessione pedagogica, ai pedagogisti personalisti cristiani.