Il contributo propone ed articola un’inedita interconnessione tra il concetto di Persona, nella specifica accezione in cui lo intende il filosofo della mente Daniel Dennett (1978) e la teoria del doppio legame che, originariamente formulata da Bateson et al. (1956) come paradigma esplicativo della schizofrenia, è stata applicata nei decenni successivi a più vasti ambiti di studio del comportamento interattivo, divenendo uno dei riferimenti teorici di fondo del modello sistemico – relazionale. In particolare, il contributo affronta in luce due aspetti. Da un lato, l’interpretazione offerta da Dennett (1978) delle “condizioni per essere una persona” - e più specificamente l’interconnessione stabilita dall'autore tra reciprocità, comunicazione e nozione di sistema intenzionale di ordine superiore – rimanda ad un’idea di persona radicalmente e costitutivamente relazionale e intersoggettiva. Si è persone solo nell’interazione reale o virtuale con altre persone; e la nozione di persona sembra perdere significato al di fuori di un siffatto contesto intersoggettivo. Dall’altro, la teoria del doppio legame pone i presupposti per considerare le caratteristiche comunicative del comportamento schizofrenico come proprie del comportamento di un sistema intenzionale di ordine superiore, e – conseguentemente - l’individuo dal quale sono poste in essere come una persona: si attribuisce infatti il suo comportamento alla complessità propria di un sistema intenzionale di ordine superiore, prerequisito per essere una persona. Non solo, la teoria del doppio legame propone una lettura della psicopatologia in termini concettualmente sovrapponibili alla perdita di alcune prerogative della persona (come entità intrinsecamente e costitutivamente relazionale): il soggetto vive l’esperienza ripetuta di non essere trattato come persona nell’interazione con altri individui con cui il mantenimento di una relazione è di importanza vitale. A partire proprio da queste basi concettuali esplicite e strutturate [le proposte teoriche di Bateson et al. (1956) e di Dennett (1978)], è quindi possibile delineare una connessione tra persona e patologia schizofrenica, esplicitabile in questi termini: la psicopatologia pregiudica la possibilità per il soggetto di esercitare le sue prerogative di persona, ed i contesti generativi di psicopatologia minano la possibilità del soggetto di essere trattato e di vedersi riconosciuto come persona e - ricorsivamente – di comportarsi in modo che gli altri lo trattino come tale.
Persona e Psicologia Clinica: Dialogo per idee
DI PASQUALE, Roberta
2006-01-01
Abstract
Il contributo propone ed articola un’inedita interconnessione tra il concetto di Persona, nella specifica accezione in cui lo intende il filosofo della mente Daniel Dennett (1978) e la teoria del doppio legame che, originariamente formulata da Bateson et al. (1956) come paradigma esplicativo della schizofrenia, è stata applicata nei decenni successivi a più vasti ambiti di studio del comportamento interattivo, divenendo uno dei riferimenti teorici di fondo del modello sistemico – relazionale. In particolare, il contributo affronta in luce due aspetti. Da un lato, l’interpretazione offerta da Dennett (1978) delle “condizioni per essere una persona” - e più specificamente l’interconnessione stabilita dall'autore tra reciprocità, comunicazione e nozione di sistema intenzionale di ordine superiore – rimanda ad un’idea di persona radicalmente e costitutivamente relazionale e intersoggettiva. Si è persone solo nell’interazione reale o virtuale con altre persone; e la nozione di persona sembra perdere significato al di fuori di un siffatto contesto intersoggettivo. Dall’altro, la teoria del doppio legame pone i presupposti per considerare le caratteristiche comunicative del comportamento schizofrenico come proprie del comportamento di un sistema intenzionale di ordine superiore, e – conseguentemente - l’individuo dal quale sono poste in essere come una persona: si attribuisce infatti il suo comportamento alla complessità propria di un sistema intenzionale di ordine superiore, prerequisito per essere una persona. Non solo, la teoria del doppio legame propone una lettura della psicopatologia in termini concettualmente sovrapponibili alla perdita di alcune prerogative della persona (come entità intrinsecamente e costitutivamente relazionale): il soggetto vive l’esperienza ripetuta di non essere trattato come persona nell’interazione con altri individui con cui il mantenimento di una relazione è di importanza vitale. A partire proprio da queste basi concettuali esplicite e strutturate [le proposte teoriche di Bateson et al. (1956) e di Dennett (1978)], è quindi possibile delineare una connessione tra persona e patologia schizofrenica, esplicitabile in questi termini: la psicopatologia pregiudica la possibilità per il soggetto di esercitare le sue prerogative di persona, ed i contesti generativi di psicopatologia minano la possibilità del soggetto di essere trattato e di vedersi riconosciuto come persona e - ricorsivamente – di comportarsi in modo che gli altri lo trattino come tale.Pubblicazioni consigliate
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