Il prodotto tocca un tema costitutivo di Scholé, che è stato al centro di cinque convegni precedenti e che connota questo consesso di pedagogisti cristiani. Si sviluppa in due parti. La prima parte puntualizza il passaggio dal concetto di educazione religiosa al concetto di educazione religiosa cristiana, messo a fuoco attraverso tre nuclei fondamentali: A) il fondamento antropologico dell’educazione religiosa: in pedagogia, l’ontologia della relazione interpersonale è decisiva ed intrinsecamente religiosa, verticale, con un rimando inesauribile al trascendente; B) l’educazione religiosa si pone tra testimonianza pubblica e atto di fede libero e personale: credere in una persona, la testimonianza di una persona, l’atto di fede di una persona; C) L’educazione religiosa come educazione religiosa cristiana: la centralità di Cristo e della sua Chiesa.La conclusione a cui perviene questa prima parte è sintetizzata dall’interrogativo, che richiama palindromicamente il famoso articolo scritto da Benedetto Croce nel 1942, sul perché, oggi, possiamo sempre meno dirci cristiani. Il prodotto analizza più cause prossime e remote della ‘scristianizzazione’ come dato epocale delle nostre società.La seconda parte sviluppa il tema del passaggio dall’educazione cristiana all’insegnamento della religione cattolica nelle scuole pubbliche statali. Si analizzano, pertanto: le motivazioni dell’Irc nella scuola pubblica statale (antropologica, pedagogica, giuridica, politica della ‘sussidiarietà’); i problemi posti dalla soluzione concordataria, le prospettive dell’Irc; la sfida della personalizzazione nella riforma del sistema di istruzione e di formazione nel contesto dell’Irc; il rapporto fra unità della cultura e i titoli di abilitazione con tutte le implicazioni nei confronti dell’Irc medesimo.L’autore conclude il prodotto affermando che, visti i tempi lunghi per la maturazione pedagogico-culturale e giuridico istituzionale delle ipotesi prospettate rispetto all’Irc, è compito dei pedagogisti cattolici interrompere il silenzio e aprire il dibattito sul tema dell’Irc, non ulteriormente rinviabile ai fini dell’educazione delle giovani generazioni.
Educazione Cristiana e insegnamento della religione
BERTAGNA, Giuseppe
2005-01-01
Abstract
Il prodotto tocca un tema costitutivo di Scholé, che è stato al centro di cinque convegni precedenti e che connota questo consesso di pedagogisti cristiani. Si sviluppa in due parti. La prima parte puntualizza il passaggio dal concetto di educazione religiosa al concetto di educazione religiosa cristiana, messo a fuoco attraverso tre nuclei fondamentali: A) il fondamento antropologico dell’educazione religiosa: in pedagogia, l’ontologia della relazione interpersonale è decisiva ed intrinsecamente religiosa, verticale, con un rimando inesauribile al trascendente; B) l’educazione religiosa si pone tra testimonianza pubblica e atto di fede libero e personale: credere in una persona, la testimonianza di una persona, l’atto di fede di una persona; C) L’educazione religiosa come educazione religiosa cristiana: la centralità di Cristo e della sua Chiesa.La conclusione a cui perviene questa prima parte è sintetizzata dall’interrogativo, che richiama palindromicamente il famoso articolo scritto da Benedetto Croce nel 1942, sul perché, oggi, possiamo sempre meno dirci cristiani. Il prodotto analizza più cause prossime e remote della ‘scristianizzazione’ come dato epocale delle nostre società.La seconda parte sviluppa il tema del passaggio dall’educazione cristiana all’insegnamento della religione cattolica nelle scuole pubbliche statali. Si analizzano, pertanto: le motivazioni dell’Irc nella scuola pubblica statale (antropologica, pedagogica, giuridica, politica della ‘sussidiarietà’); i problemi posti dalla soluzione concordataria, le prospettive dell’Irc; la sfida della personalizzazione nella riforma del sistema di istruzione e di formazione nel contesto dell’Irc; il rapporto fra unità della cultura e i titoli di abilitazione con tutte le implicazioni nei confronti dell’Irc medesimo.L’autore conclude il prodotto affermando che, visti i tempi lunghi per la maturazione pedagogico-culturale e giuridico istituzionale delle ipotesi prospettate rispetto all’Irc, è compito dei pedagogisti cattolici interrompere il silenzio e aprire il dibattito sul tema dell’Irc, non ulteriormente rinviabile ai fini dell’educazione delle giovani generazioni.Pubblicazioni consigliate
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