Today, the whole life of a man is interpreted according to criteria of the productive sphere, confirming the cogency of the «capitalist realism». For this reason Giorgio Falco places the subject-worker at the centre of his narrative, because the horizon of resistance to the prevarications of the discourse of capital has shifted within psychology. Using formal analysis tools and the most recent theories of the present, we show how, from Pausa caffè (2004) to Ipotesi di una sconfitta (2017) passing through L’ubicazione del bene (2009), the choice of the narrative medium influences the representative potential of the “narration of work”. From a mimetic narration respecting the codes of the neo-capitalist discourse (fragmentarity and speed), Falco arrives at the centripetal tension of the novel which, through a stratified narration, reflects on causes and effects that are increasingly impalpable in the speed of contemporary processes. If mimesis allows irony on the common complicity with the Capital, the first-person narrative lets rise to a reflection that is also a strategy of resistance.

La vita di un uomo viene oggi interpretata secondo criteri che pertengono all’ambito produttivo, confermando la cogenza del «realismo capitalista». Per questo Giorgio Falco mette al centro della sua narrativa il soggetto-lavoratore, giacché è all’interno della psicologia che si è spostato l’orizzonte della resistenza alle prevaricazioni del discorso del capitale. Ricorrendo a strumenti di analisi formale e alle più recenti teorie del presente, si mostrerà come, da Pausa caffè (2004) a Ipotesi di una sconfitta (2017), passando per L’ubicazione del bene (2009), la scelta del medium narrativo condizioni le potenzialità rappresentative del “racconto del lavoro”. Da una narrazione mimetica rispetto ai codici del discorso neocapitalista, sintonizzato su frammentarietà e velocità, Falco approda alla tensione centripeta del romanzo che, attraverso una narrazione stratificata, riflette su cause ed effetti sempre più impalpabili nella rapidità dei processi contemporanei. Se la mimesi consente la messa alla berlina della comune complicità con il capitale, la narrazione in prima persona dà fondo a una riflessione che è anche strategia di resistenza.

(2019). «Il lavoro è ovunque»: forme del racconto e forme del potere nella narrativa di Giorgio Falco [journal article - articolo]. In TICONTRE. Retrieved from http://hdl.handle.net/10446/201488

«Il lavoro è ovunque»: forme del racconto e forme del potere nella narrativa di Giorgio Falco

Raccis, Giacomo
2019-01-01

Abstract

Today, the whole life of a man is interpreted according to criteria of the productive sphere, confirming the cogency of the «capitalist realism». For this reason Giorgio Falco places the subject-worker at the centre of his narrative, because the horizon of resistance to the prevarications of the discourse of capital has shifted within psychology. Using formal analysis tools and the most recent theories of the present, we show how, from Pausa caffè (2004) to Ipotesi di una sconfitta (2017) passing through L’ubicazione del bene (2009), the choice of the narrative medium influences the representative potential of the “narration of work”. From a mimetic narration respecting the codes of the neo-capitalist discourse (fragmentarity and speed), Falco arrives at the centripetal tension of the novel which, through a stratified narration, reflects on causes and effects that are increasingly impalpable in the speed of contemporary processes. If mimesis allows irony on the common complicity with the Capital, the first-person narrative lets rise to a reflection that is also a strategy of resistance.
articolo
2019
La vita di un uomo viene oggi interpretata secondo criteri che pertengono all’ambito produttivo, confermando la cogenza del «realismo capitalista». Per questo Giorgio Falco mette al centro della sua narrativa il soggetto-lavoratore, giacché è all’interno della psicologia che si è spostato l’orizzonte della resistenza alle prevaricazioni del discorso del capitale. Ricorrendo a strumenti di analisi formale e alle più recenti teorie del presente, si mostrerà come, da Pausa caffè (2004) a Ipotesi di una sconfitta (2017), passando per L’ubicazione del bene (2009), la scelta del medium narrativo condizioni le potenzialità rappresentative del “racconto del lavoro”. Da una narrazione mimetica rispetto ai codici del discorso neocapitalista, sintonizzato su frammentarietà e velocità, Falco approda alla tensione centripeta del romanzo che, attraverso una narrazione stratificata, riflette su cause ed effetti sempre più impalpabili nella rapidità dei processi contemporanei. Se la mimesi consente la messa alla berlina della comune complicità con il capitale, la narrazione in prima persona dà fondo a una riflessione che è anche strategia di resistenza.
Raccis, Giacomo
(2019). «Il lavoro è ovunque»: forme del racconto e forme del potere nella narrativa di Giorgio Falco [journal article - articolo]. In TICONTRE. Retrieved from http://hdl.handle.net/10446/201488
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