L’obiettivo di questo articolo è quello di analizzare la modalità con cui gli autori valutano e presentano i loro risultati ai loro colleghi e pari con il fine ultimo, da un lato, di difendere la loro identità e dall’altro, di costituire una comunità discorsiva. Dal momento che la ricerca si focalizza più ampiamente sul discorso valutativo (Aijmer 2005, Mauranen 2004, Stubbs 2001, e Swales 2004) ed identitario, verrano presi in considerazione elementi lessicali definiti nello studio come research process words (RPWs). Attraverso un’attenta analisi delle collocations delle RPWs, intendiamo offrire un mezzo di analisi del linguaggio valutativo laddove esso si realizza in presenza di parole specifiche. L’analisi di specifiche costruzioni ed elementi lessicali si avvale anche delle frequenze di distribuzione comparativa. I risultati del presente studio supportano l’ipotesi che il linguaggio valutativo incorpora un’interazione tra autore e lettore indipendentemente dalla disciplina in oggetto. Precise scelte lessicali e parole specifiche appaiono essere più frequenti di altre. Tuttavia resta inteso che l’analisi testuale e l’identificazione del linguaggio valutativo non sono processi immediati anche in studi accademici che si avvalgono di tecniche analitiche e automatiche. Numerosi linguisti, tra cui Bhatia 1993 e 1997, hanno ampiamente dimostrato che il genere dell’abstract, inteso come testo accademico, non risulta essere più oggettivo di altri generi testuali ma semplicemente è più efficace a nascondere la voce individuale dell’autore.
(2008). The Good Me or the Bad Me? Identity and Evaluation in Research Article Abstracts [journal article - articolo]. In LINGUISTICA E FILOLOGIA. Retrieved from http://hdl.handle.net/10446/202
The Good Me or the Bad Me? Identity and Evaluation in Research Article Abstracts
2008-01-01
Abstract
L’obiettivo di questo articolo è quello di analizzare la modalità con cui gli autori valutano e presentano i loro risultati ai loro colleghi e pari con il fine ultimo, da un lato, di difendere la loro identità e dall’altro, di costituire una comunità discorsiva. Dal momento che la ricerca si focalizza più ampiamente sul discorso valutativo (Aijmer 2005, Mauranen 2004, Stubbs 2001, e Swales 2004) ed identitario, verrano presi in considerazione elementi lessicali definiti nello studio come research process words (RPWs). Attraverso un’attenta analisi delle collocations delle RPWs, intendiamo offrire un mezzo di analisi del linguaggio valutativo laddove esso si realizza in presenza di parole specifiche. L’analisi di specifiche costruzioni ed elementi lessicali si avvale anche delle frequenze di distribuzione comparativa. I risultati del presente studio supportano l’ipotesi che il linguaggio valutativo incorpora un’interazione tra autore e lettore indipendentemente dalla disciplina in oggetto. Precise scelte lessicali e parole specifiche appaiono essere più frequenti di altre. Tuttavia resta inteso che l’analisi testuale e l’identificazione del linguaggio valutativo non sono processi immediati anche in studi accademici che si avvalgono di tecniche analitiche e automatiche. Numerosi linguisti, tra cui Bhatia 1993 e 1997, hanno ampiamente dimostrato che il genere dell’abstract, inteso come testo accademico, non risulta essere più oggettivo di altri generi testuali ma semplicemente è più efficace a nascondere la voce individuale dell’autore.File | Dimensione del file | Formato | |
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