In questo lavoro si discute delle agevolazioni fiscali alla quotazione delle imprese. L’analisi identifica quattro tipologie di imprese che possono beneficiare dell’agevolazione: a) le imprese che si sarebbero quotate anche in assenza dell’incentivo fiscale; b) le imprese che sono indotte dall’agevolazione a quotarsi e ad effettuare investimenti che altrimenti non avrebbero fatto perché non redditizi; c) le imprese che, pur avendo canali alternativi di finanziamento di un investimento profittevole, in presenza dell’incentivo, si quotano quando il medesimo è superiore ai costi di quotazione; d) le imprese, infine, che in assenza di canali alternativi di finanziamento, si quotano solo grazie all’incentivo fiscale alla quotazione. La discussione mostra come solo le ultime due tipologie di imprese debbano essere l’obiettivo di un provvedimento agevolativo. Vengono, infine, studiati gli incentivi Tremonti del 1994 e Visco del 1998 evidenziando, per entrambi, pregi e difetti nell’ottica di accrescere il numero di società quotate e viene proposto un incentivo alternativo (denominato “bonus fiscale”) avente il merito di attenuare l’effetto di anticipazione dell’investimento tipico dell’incentivo Tremonti e di essere quantitativamente molto più consistente della superDit (Visco). Peraltro, il nuovo incentivo Tremonti contenuto nell’ultima Legge Finanziaria e valido per il 2004 sembra essere in molte parti in sintonia con le considerazioni svolte in questo lavoro.
(2004). Le agevolazioni fiscali alla quotazione delle imprese: effetti per le imprese e per il mercato finanziario [journal article - articolo]. In AF-ANALISI FINANZIARIA. Retrieved from http://hdl.handle.net/10446/20236
Le agevolazioni fiscali alla quotazione delle imprese: effetti per le imprese e per il mercato finanziario
PALEARI, Stefano;REDONDI, Renato
2004-01-01
Abstract
In questo lavoro si discute delle agevolazioni fiscali alla quotazione delle imprese. L’analisi identifica quattro tipologie di imprese che possono beneficiare dell’agevolazione: a) le imprese che si sarebbero quotate anche in assenza dell’incentivo fiscale; b) le imprese che sono indotte dall’agevolazione a quotarsi e ad effettuare investimenti che altrimenti non avrebbero fatto perché non redditizi; c) le imprese che, pur avendo canali alternativi di finanziamento di un investimento profittevole, in presenza dell’incentivo, si quotano quando il medesimo è superiore ai costi di quotazione; d) le imprese, infine, che in assenza di canali alternativi di finanziamento, si quotano solo grazie all’incentivo fiscale alla quotazione. La discussione mostra come solo le ultime due tipologie di imprese debbano essere l’obiettivo di un provvedimento agevolativo. Vengono, infine, studiati gli incentivi Tremonti del 1994 e Visco del 1998 evidenziando, per entrambi, pregi e difetti nell’ottica di accrescere il numero di società quotate e viene proposto un incentivo alternativo (denominato “bonus fiscale”) avente il merito di attenuare l’effetto di anticipazione dell’investimento tipico dell’incentivo Tremonti e di essere quantitativamente molto più consistente della superDit (Visco). Peraltro, il nuovo incentivo Tremonti contenuto nell’ultima Legge Finanziaria e valido per il 2004 sembra essere in molte parti in sintonia con le considerazioni svolte in questo lavoro.Pubblicazioni consigliate
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