Il presente contributo si concentra sull’analisi della micro-imprenditoria turistica del Sebino, con una attenzione particolare verso le case per vacanze gestite in forma non imprenditoriale, fenomeno scarsamente conosciuto, poiché non richiede alcuna registrazione ufficiale degli ospiti, rendendo difficile una stima della sua dimensione. Nonostante ciò, le case per vacanze costituiscono una tipologia ricettiva informale di sempre maggiore interesse, sia per le nuove tendenze del mercato turistico, con la diffusione di piattaforme di condivisione tipiche della sharing economy anche nel mondo dei viaggi, che per un progressivo cambiamento nel fare turismo, con la predilezione per soggiorni brevi, ripetuti durante l’anno, prenotati in modo indipendente su internet, che consentono di vivere in modo autentico un luogo, soggiornando in strutture gestite da persone del posto. La Lombardia è la prima regione italiana che, con la legge sul turismo n. 27/2015, ha tentato di regolarizzare questa forma di ricettività, mentre a livello globale si discute dello sharing tourism e dei suoi impatti economici e legali, che molto spesso rimangono “sommersi”. Parlare di questa nuova tendenza nei viaggi però, implica anche aspetti sociali, in quanto presuppone da un lato la condivisione degli spazi domestici, con la messa in affitto di una stanza o di una casa di proprietà, dall’altro una condivisione degli spazi di vita e dei saperi di un territorio, grazie alla convivenza tra turista e abitante. È in tale prospettiva che la riflessione sul turismo sommerso e sulla sharing economy dovrebbe essere ampliata, tenendo conto anche degli effetti socio-territoriali che il fenomeno comporta, al fine di poter proporre soluzioni che non siano solo restrittive, ma possano anche favorire lo sviluppo di nuove forme di turismo. In tale contesto, le case per vacanze, possono rappresentare un’importante opportunità di rigenerazione territoriale turistica, in particolare per quelle località caratterizzate dalla presenza di poche strutture alberghiere, ma di molti appartamenti vuoti, a causa dello spopolamento. Per questa ragione l’intervento, partendo dalla Legge Lombarda e dal caso del Sebino, tenterà di sottolinea come l’applicazione del provvedimento non possa esimersi dall’analisi del contesto territoriale se si vuole promuovere uno sviluppo turistico sostenibile, in particolare nei piccoli centri, coinvolgendo non solo le amministrazioni locali e le associazioni di promozione turistica, ma anche e soprattutto i cittadini, al fine di favorire la creazione di una “ricettività diffusa” basata su una rete di case per vacanze che possa allo stesso tempo promuovere il territorio in modo integrato.

(2019). Il turismo “sommerso” tra sharing economy e condivisione degli spazi come nuova forma di accoglienza: il caso del Sebino . Retrieved from http://hdl.handle.net/10446/203092

Il turismo “sommerso” tra sharing economy e condivisione degli spazi come nuova forma di accoglienza: il caso del Sebino

Belotti, Sara
2019-01-01

Abstract

Il presente contributo si concentra sull’analisi della micro-imprenditoria turistica del Sebino, con una attenzione particolare verso le case per vacanze gestite in forma non imprenditoriale, fenomeno scarsamente conosciuto, poiché non richiede alcuna registrazione ufficiale degli ospiti, rendendo difficile una stima della sua dimensione. Nonostante ciò, le case per vacanze costituiscono una tipologia ricettiva informale di sempre maggiore interesse, sia per le nuove tendenze del mercato turistico, con la diffusione di piattaforme di condivisione tipiche della sharing economy anche nel mondo dei viaggi, che per un progressivo cambiamento nel fare turismo, con la predilezione per soggiorni brevi, ripetuti durante l’anno, prenotati in modo indipendente su internet, che consentono di vivere in modo autentico un luogo, soggiornando in strutture gestite da persone del posto. La Lombardia è la prima regione italiana che, con la legge sul turismo n. 27/2015, ha tentato di regolarizzare questa forma di ricettività, mentre a livello globale si discute dello sharing tourism e dei suoi impatti economici e legali, che molto spesso rimangono “sommersi”. Parlare di questa nuova tendenza nei viaggi però, implica anche aspetti sociali, in quanto presuppone da un lato la condivisione degli spazi domestici, con la messa in affitto di una stanza o di una casa di proprietà, dall’altro una condivisione degli spazi di vita e dei saperi di un territorio, grazie alla convivenza tra turista e abitante. È in tale prospettiva che la riflessione sul turismo sommerso e sulla sharing economy dovrebbe essere ampliata, tenendo conto anche degli effetti socio-territoriali che il fenomeno comporta, al fine di poter proporre soluzioni che non siano solo restrittive, ma possano anche favorire lo sviluppo di nuove forme di turismo. In tale contesto, le case per vacanze, possono rappresentare un’importante opportunità di rigenerazione territoriale turistica, in particolare per quelle località caratterizzate dalla presenza di poche strutture alberghiere, ma di molti appartamenti vuoti, a causa dello spopolamento. Per questa ragione l’intervento, partendo dalla Legge Lombarda e dal caso del Sebino, tenterà di sottolinea come l’applicazione del provvedimento non possa esimersi dall’analisi del contesto territoriale se si vuole promuovere uno sviluppo turistico sostenibile, in particolare nei piccoli centri, coinvolgendo non solo le amministrazioni locali e le associazioni di promozione turistica, ma anche e soprattutto i cittadini, al fine di favorire la creazione di una “ricettività diffusa” basata su una rete di case per vacanze che possa allo stesso tempo promuovere il territorio in modo integrato.
2019
Belotti, Sara
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