Il contributo, partendo dall'analisi della recente giurisprudenza amministrativa in tema di affidamento in house, in relazione anche allo schema di Linee guida ANAC e al relativo parere espresso dal Consiglio di Stato, coglie una possibile linea di sviluppo di tale istituto nella avvertita opportunità di riportare le condizioni di legittimità di tale forma di gestione dei servizi pubblici al quadro delineato dalla Corte di giustizia europea. Nel contesto attuale, infatti, le esigenze di semplificazione ed accelerazione delle procedure amministrative, che caratterizzano la produzione legislativa più recente nel campo dei contratti pubblici, anche nell'ottica dell'attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), paiono suggerire l'opportunità di superare o comunque di ridimensionare, de iure condendo, il regime speciale introdotto dal Codice dei contratti pubblici, pur ritenuto legittimo sia a livello euro-unitario che costituzionale. Per tale via, si consentirebbe alle stazioni appaltanti di individuare la forma organizzativa ritenuta maggiormente idonea secondo una scelta di carattere discrezionale secondo livelli di regolazione corrispondenti a quelli "minimi" richieste dalle direttive euro-unitarie.
(2022). L'affidamento in house providing e il richiamo alle origini euro-unitarie in nome delle prioritarie esigenze di semplificazione ed accelerazione funzionali alla ripresa economica dopo la crisi pandemica (Nota a Cons. St., sez. IV, 19 ottobre 2021, n. 7023) . Retrieved from http://hdl.handle.net/10446/203138
L'affidamento in house providing e il richiamo alle origini euro-unitarie in nome delle prioritarie esigenze di semplificazione ed accelerazione funzionali alla ripresa economica dopo la crisi pandemica (Nota a Cons. St., sez. IV, 19 ottobre 2021, n. 7023)
Monzani, Saul
2022-01-01
Abstract
Il contributo, partendo dall'analisi della recente giurisprudenza amministrativa in tema di affidamento in house, in relazione anche allo schema di Linee guida ANAC e al relativo parere espresso dal Consiglio di Stato, coglie una possibile linea di sviluppo di tale istituto nella avvertita opportunità di riportare le condizioni di legittimità di tale forma di gestione dei servizi pubblici al quadro delineato dalla Corte di giustizia europea. Nel contesto attuale, infatti, le esigenze di semplificazione ed accelerazione delle procedure amministrative, che caratterizzano la produzione legislativa più recente nel campo dei contratti pubblici, anche nell'ottica dell'attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), paiono suggerire l'opportunità di superare o comunque di ridimensionare, de iure condendo, il regime speciale introdotto dal Codice dei contratti pubblici, pur ritenuto legittimo sia a livello euro-unitario che costituzionale. Per tale via, si consentirebbe alle stazioni appaltanti di individuare la forma organizzativa ritenuta maggiormente idonea secondo una scelta di carattere discrezionale secondo livelli di regolazione corrispondenti a quelli "minimi" richieste dalle direttive euro-unitarie.File | Dimensione del file | Formato | |
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