Nel presente contributo si intende in primo luogo offrire un saggio di interdisciplinarità, esercitato sul piano ecdotico ed esegetico su tre composizioni canoniche del Trecento: una chace ade-spota, Umblemens vos pri merchi, e due cacce, Nell’acqua chiara e Caciando per guastar intonate da Vincenzo da Rimini e Zacara da Teramo. La restituzione del testo critico, operazione resasi necessaria a causa di troppe inesattezze riscontrate nelle edizioni precedenti, offre lo spunto per tracciare una linea di continuità all’interno dell’intero XIV secolo, riguardo a uno specifico impiego della tecnica canonica quale mezzo ‘mimetico’, funzionale alla resa sonora della concitazione implicita nella scena descritta (un’impresa eroicomica a sfondo pastorale e due scene di mercato). Benché sia evidente la distanza a livello stilistico tra le tre composizioni, si riscontra l’impiego delle medesime strategie compositive, tendenzialmente sempre più orientate verso la dimensione ‘rappresentativa’, arrivando, nel caso di Zacara, addirittura a sacrificare l’intellegibilità del testo al di fuori dell’esecuzione polifonica.
(2015). Filologia e interpretazione. Un esercizio interdisciplinare su una chace e due cacce trecentesche [journal article - articolo]. In PHILOMUSICA ON-LINE. Retrieved from http://hdl.handle.net/10446/203426
Filologia e interpretazione. Un esercizio interdisciplinare su una chace e due cacce trecentesche
Checchi, Davide;
2015-01-01
Abstract
Nel presente contributo si intende in primo luogo offrire un saggio di interdisciplinarità, esercitato sul piano ecdotico ed esegetico su tre composizioni canoniche del Trecento: una chace ade-spota, Umblemens vos pri merchi, e due cacce, Nell’acqua chiara e Caciando per guastar intonate da Vincenzo da Rimini e Zacara da Teramo. La restituzione del testo critico, operazione resasi necessaria a causa di troppe inesattezze riscontrate nelle edizioni precedenti, offre lo spunto per tracciare una linea di continuità all’interno dell’intero XIV secolo, riguardo a uno specifico impiego della tecnica canonica quale mezzo ‘mimetico’, funzionale alla resa sonora della concitazione implicita nella scena descritta (un’impresa eroicomica a sfondo pastorale e due scene di mercato). Benché sia evidente la distanza a livello stilistico tra le tre composizioni, si riscontra l’impiego delle medesime strategie compositive, tendenzialmente sempre più orientate verso la dimensione ‘rappresentativa’, arrivando, nel caso di Zacara, addirittura a sacrificare l’intellegibilità del testo al di fuori dell’esecuzione polifonica.File | Dimensione del file | Formato | |
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