L’articolo appare in un volume dedicato alle dinamiche sociopolitiche e geopolitiche dei paesi dell’Europa centro-orientale e prende così le mosse dalla constatazione dell’inestricabilità e della complessità dei conflitti etnico-nazionali che hanno coinvolto tutti questi paesi a partire dalla seconda metà dell’ottocento e per l’intero novecento. Dietro a buona parte di questi conflitti si trova una concezione delle identità nazionali fissa ed essenzialista, che per di più considera la relazione fra nazione e territorio come fissa ed esclusiva e tende quindi a espellere dagli stessi confini della nazione tutti gli individui e i gruppi che non corrispondono alla definizione rigida e originaria di identità nazionale (“pulizia etnica”). Questa ideologia perciò moltiplica e tende irresolubili i conflitti in tutte le zone a popolamento misto che nell’Europa centro-orientale sono (o erano) la norma piuttosto che l’eccezione. A partire da queste considerazioni storiche, l’articolo mostra che oggi è disponibili una concezione alternativa, costruttivista, delle identità nazionali, vhe è molto più realistica perché considera le identità nazionali una costruzione continua, quale terreno di contesa fra i vari attori politici e culturali in gioco. L’articolo si chiede allora se sia possibile ipotizzare meccanismi istituzionali più consoni a questa visione costruttivista delle identità nazionali, e conclude che proprio l’attuale processo di sviluppo dell’Unione Europea potrebbe generare un primo embrione di meccanismi istituzionali adeguati. La posta in gioco è una nuova concezione dei confini che li percepisca come aree di interazione invece che di separazione, come luoghi di ibridazione culturale e di sperimentazione istituzionale.
Border issues in the history of Europe
BOCCHI, Gianluca;CERUTI, Mauro
2004-01-01
Abstract
L’articolo appare in un volume dedicato alle dinamiche sociopolitiche e geopolitiche dei paesi dell’Europa centro-orientale e prende così le mosse dalla constatazione dell’inestricabilità e della complessità dei conflitti etnico-nazionali che hanno coinvolto tutti questi paesi a partire dalla seconda metà dell’ottocento e per l’intero novecento. Dietro a buona parte di questi conflitti si trova una concezione delle identità nazionali fissa ed essenzialista, che per di più considera la relazione fra nazione e territorio come fissa ed esclusiva e tende quindi a espellere dagli stessi confini della nazione tutti gli individui e i gruppi che non corrispondono alla definizione rigida e originaria di identità nazionale (“pulizia etnica”). Questa ideologia perciò moltiplica e tende irresolubili i conflitti in tutte le zone a popolamento misto che nell’Europa centro-orientale sono (o erano) la norma piuttosto che l’eccezione. A partire da queste considerazioni storiche, l’articolo mostra che oggi è disponibili una concezione alternativa, costruttivista, delle identità nazionali, vhe è molto più realistica perché considera le identità nazionali una costruzione continua, quale terreno di contesa fra i vari attori politici e culturali in gioco. L’articolo si chiede allora se sia possibile ipotizzare meccanismi istituzionali più consoni a questa visione costruttivista delle identità nazionali, e conclude che proprio l’attuale processo di sviluppo dell’Unione Europea potrebbe generare un primo embrione di meccanismi istituzionali adeguati. La posta in gioco è una nuova concezione dei confini che li percepisca come aree di interazione invece che di separazione, come luoghi di ibridazione culturale e di sperimentazione istituzionale.Pubblicazioni consigliate
Aisberg ©2008 Servizi bibliotecari, Università degli studi di Bergamo | Terms of use/Condizioni di utilizzo