Nell'immaginario popolare, come nel dibattito intellettuale, quando si accenna all'esperienza politica del mondo greco si è soliti far scivolare il pensiero verso la democrazia ateniese di età classica. Il collegamento tra il patrimonio filosofico e culturale greco e una struttura politica monarchica-animata da re, regine e dinastieappare come qualcosa di illecito, quasi dissacrante. Eppure fu proprio all'interno del sistema politico della monarchia ellenistica che la lingua e il pensiero greci si diffusero sistematicamente in maniera strutturata in tutto il bacino mediterraneo e fino ai confini del mondo indiano, metabolizzando civiltà e collegando culture. È perciò difficile scindere l'ellenismo noto-e studiato come fenomeno artistico, letterario, filosofico e filologico-dall'esperienza politica e sociale che lo generò. Tale esperienza politica ebbe inizio con sei re alla fine del IV secolo a.C. e finì con una regina nella seconda metà del I secolo a.C. Se il nome di quest'ultima, Cleopatra, è celebre anche tra chi poco si interessa di antichità, lo stesso non si può dire per Antigono, Demetrio, Tolemeo, Lisimaco, Seleuco e Cassandro. Questi «amici», phìloi, e compagni, hetàiroi, di Alessandro Magno, due decenni dopo la morte del loro comandante e sovrano diedero origine alla monarchia ellenistica, la basiléia (plur. basiléiai). Allievo di Aristotele, Alessandro il Grande aveva portato una rivoluzione all'interno del pensiero antico, estendendo i confini dell'ecumene, il mondo politico greco, fino all'Hindu Kush, ai limiti del mondo indiano. Alla sua improvvisa morte i cosiddetti Successori, i Diàdochi, gestirono non senza sanguinosi conflitti il complesso e vario impero, rimasto orfano del suo visionario artefice. Per vent'anni (323-306 a.C.) i generali sfruttarono questa nuova geografia mondiale per costruire le proprie leadership. Queste furono inizialmente comandi militari e amministrativi in affiancamento ai due eredi ufficiali di Alessandro, il fratello Filippo III Arridèo e il figlio Alessandro IV. Dopo l'eliminazione dei sovrani legittimi nelle guerre tra i Diàdochi, e dunque l'estinzione della dinastia macedone argeade, tali leadership assunsero forme regali.
(2021). Re, regine, dinastie. La monarchia ellenistica . Retrieved from http://hdl.handle.net/10446/205636
Re, regine, dinastie. La monarchia ellenistica
D'Agostini, Monica
2021-01-01
Abstract
Nell'immaginario popolare, come nel dibattito intellettuale, quando si accenna all'esperienza politica del mondo greco si è soliti far scivolare il pensiero verso la democrazia ateniese di età classica. Il collegamento tra il patrimonio filosofico e culturale greco e una struttura politica monarchica-animata da re, regine e dinastieappare come qualcosa di illecito, quasi dissacrante. Eppure fu proprio all'interno del sistema politico della monarchia ellenistica che la lingua e il pensiero greci si diffusero sistematicamente in maniera strutturata in tutto il bacino mediterraneo e fino ai confini del mondo indiano, metabolizzando civiltà e collegando culture. È perciò difficile scindere l'ellenismo noto-e studiato come fenomeno artistico, letterario, filosofico e filologico-dall'esperienza politica e sociale che lo generò. Tale esperienza politica ebbe inizio con sei re alla fine del IV secolo a.C. e finì con una regina nella seconda metà del I secolo a.C. Se il nome di quest'ultima, Cleopatra, è celebre anche tra chi poco si interessa di antichità, lo stesso non si può dire per Antigono, Demetrio, Tolemeo, Lisimaco, Seleuco e Cassandro. Questi «amici», phìloi, e compagni, hetàiroi, di Alessandro Magno, due decenni dopo la morte del loro comandante e sovrano diedero origine alla monarchia ellenistica, la basiléia (plur. basiléiai). Allievo di Aristotele, Alessandro il Grande aveva portato una rivoluzione all'interno del pensiero antico, estendendo i confini dell'ecumene, il mondo politico greco, fino all'Hindu Kush, ai limiti del mondo indiano. Alla sua improvvisa morte i cosiddetti Successori, i Diàdochi, gestirono non senza sanguinosi conflitti il complesso e vario impero, rimasto orfano del suo visionario artefice. Per vent'anni (323-306 a.C.) i generali sfruttarono questa nuova geografia mondiale per costruire le proprie leadership. Queste furono inizialmente comandi militari e amministrativi in affiancamento ai due eredi ufficiali di Alessandro, il fratello Filippo III Arridèo e il figlio Alessandro IV. Dopo l'eliminazione dei sovrani legittimi nelle guerre tra i Diàdochi, e dunque l'estinzione della dinastia macedone argeade, tali leadership assunsero forme regali.File | Dimensione del file | Formato | |
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