Pavia, capitale del regno longobardo in Italia, presenta oggi solo poche tracce del suo importante passato. Soggette a pesanti trasformazioni nei secoli successivi alla caduta del regno, le rare testimonianze artistico-monumentali superstiti - qualche tratto murario e alcuni spazi ipogei - versano, globalmente, in cattivo stato di conservazione e sono poco fruibili poiché, spesso, appartenenti a soggetti diversi, anche privati. In molti casi, inoltre, la loro datazione esatta appare dubbia, soprattutto a causa della carenza di analisi e approfondimenti, tuttavia necessari per garantire la conoscenza, un’efficace tutela e la trasmissione futura di tali eredità dal grande significato storico, culturale e identitario Il progetto «Pavia capitale e il suo territorio: valorizzazione e divulgazione del patrimonio culturale longobardo tra virtualità, multimedialità e ricerca storico-archeologica», si è proposto di avviare nuove riflessioni e stimolare interesse verso il recupero dell’identità storica e culturale dell’antica civiltà. Esso è stato concepito quale strumento di studio e approccio alla conoscenza critica, finalizzato alla conservazione e alla rivalutazione dell’architettura antica del capoluogo, anche nell’obiettivo di metterne in luce il ruolo strategico nel contesto altomedievale. Basata su una meticolosa attività di ricerca storica, attinta dall’analisi delle fonti documentarie (tradizionali e complementari), lo studio è stato attuato per mezzo delle moderne tecnologie di rilevamento, di indagine diagnostica e della rappresentazione digitale; quindi, divulgata e resa fruibile a un vasto pubblico, grazie anche alle potenzialità offerte dal web. Un disegno “pianificatore” che si è caratterizzato sia per l’alto grado di innovazione tecnologica, garantito dall’utilizzo delle recenti metodologie di indagine per il rilievo delle architetture e dei reperti, sia per l’impiego di piattaforme multimediali per la divulgazione dei contenuti, la consultazione di immagini - anche sferiche e interattive - e di modelli virtuali interagenti. In questo contesto, la collaborazione inter-disciplinare tra gruppi costituiti da architetti e ingegneri - sia esperti nel rilievo sia nella conservazione -, archeologi specializzati nell’analisi dei dati di scavo e nella lettura degli alzati, e di storici dell’arte, si è rivelata indispensabile al fine di costruire una sicura guida all’interno di tale congerie di materiali.

(2021). La cripta di Sant’Eusebio a Pavia: riflessioni a margine di una prima indagine archeologica . Retrieved from http://hdl.handle.net/10446/206956

La cripta di Sant’Eusebio a Pavia: riflessioni a margine di una prima indagine archeologica

Cardaci, Alessio;Arrighetti, Andrea
2021-01-01

Abstract

Pavia, capitale del regno longobardo in Italia, presenta oggi solo poche tracce del suo importante passato. Soggette a pesanti trasformazioni nei secoli successivi alla caduta del regno, le rare testimonianze artistico-monumentali superstiti - qualche tratto murario e alcuni spazi ipogei - versano, globalmente, in cattivo stato di conservazione e sono poco fruibili poiché, spesso, appartenenti a soggetti diversi, anche privati. In molti casi, inoltre, la loro datazione esatta appare dubbia, soprattutto a causa della carenza di analisi e approfondimenti, tuttavia necessari per garantire la conoscenza, un’efficace tutela e la trasmissione futura di tali eredità dal grande significato storico, culturale e identitario Il progetto «Pavia capitale e il suo territorio: valorizzazione e divulgazione del patrimonio culturale longobardo tra virtualità, multimedialità e ricerca storico-archeologica», si è proposto di avviare nuove riflessioni e stimolare interesse verso il recupero dell’identità storica e culturale dell’antica civiltà. Esso è stato concepito quale strumento di studio e approccio alla conoscenza critica, finalizzato alla conservazione e alla rivalutazione dell’architettura antica del capoluogo, anche nell’obiettivo di metterne in luce il ruolo strategico nel contesto altomedievale. Basata su una meticolosa attività di ricerca storica, attinta dall’analisi delle fonti documentarie (tradizionali e complementari), lo studio è stato attuato per mezzo delle moderne tecnologie di rilevamento, di indagine diagnostica e della rappresentazione digitale; quindi, divulgata e resa fruibile a un vasto pubblico, grazie anche alle potenzialità offerte dal web. Un disegno “pianificatore” che si è caratterizzato sia per l’alto grado di innovazione tecnologica, garantito dall’utilizzo delle recenti metodologie di indagine per il rilievo delle architetture e dei reperti, sia per l’impiego di piattaforme multimediali per la divulgazione dei contenuti, la consultazione di immagini - anche sferiche e interattive - e di modelli virtuali interagenti. In questo contesto, la collaborazione inter-disciplinare tra gruppi costituiti da architetti e ingegneri - sia esperti nel rilievo sia nella conservazione -, archeologi specializzati nell’analisi dei dati di scavo e nella lettura degli alzati, e di storici dell’arte, si è rivelata indispensabile al fine di costruire una sicura guida all’interno di tale congerie di materiali.
2021
Cardaci, Alessio; Arrighetti, Andrea
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